I dieci comandamenti di Facebook

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SAMIRA PELISSI

Piergiorgio Odifreddi, matematico-divulgatore-opinionista, dice che Facebook è la nuova religione, avendo raccolto ben 600 milioni di proseliti (in verità si chiamano utenti) in otto anni mentre la chiesa cattolica ne ha “racimolati” (sono parole di Odifreddi) un miliardo, ma in duemila anni[i].

Quindi possiamo pensare che Mark  Zuckerberg prima o poi verrà chiamato su una qualche montagna, quando i proseliti avranno proprio esagerato e inizieranno ad adorare un qualche vitello d’oro, e tornerà a valle con due tablet (prima dell’avvento di internet, la parola inglese tablet indicava un oggetto piatto con uno spessore, una lastra; in inglese le tavole della legge di Mosè sono appunto tablets of stone[ii]), sui quali appariranno i nuovi comandamenti, quelli dell’era di Facebook.

  1. È vero che Facebook è il vostro dio, ma adesso state esagerando.
  2. Non usate Facebook in modo improprio e non usate Facebook invano. Per quanto riguarda l’Italia, le statistiche dicono che il tempo medio passato dai proseliti a praticare i riti di Facebook è di un’ora al giorno, molto di più di quanto dedichiate alle altre religioni tradizionali e a volte più di quanto dedichiate alla famiglia. Considerato che un’ora al giorno significa circa 30 ore al mese; se consacraste questo tempo a qualsiasi altra attività utile potreste pensare di cambiare la vostra vita e probabilmente quella del pianeta, in meglio. Oppure potreste semplicemente dedicarvi a quelle occupazioni per le quali dite di non avere tempo: un po’ di lettura e di sport, visite agli amici, studio di una lingua straniera, volontariato, pulizia del verde pubblico, ecc.
  3. Invece di santificare ogni momento libero a Facebook, decidete di starne lontani almeno un giorno a settimana, per disintossicarvi e fare altro.
  4. Non usate Facebook per insultare alcuna persona, neppure quella che odiate. Non diventate hater di personaggi famosi, che non avete mai incontrato e non hanno fatto nulla per offendervi. Accuse, ingiurie, provocazioni non rendono migliore la vostra vita, ma possono peggiorare quella degli altri. Facebook non è una religione del male.
  5. Non mettete in pericolo la vostra vita e quella di altri per un commento, un selfie o una ripresa in diretta. Gli incidenti mortali per l’uso dei dispositivi attraverso i quali si accede a Facebook sono sempre maggiori e includono casi terribili come quello, recente, del padre che ha causato la morte dei figli durante una ripresa mentre guidava.
  6. Non postate le foto dei vostri figli minori: una buona parte delle immagini contenute nei siti pedopornografici arriva da foto condivise dagli stessi genitori. Se i vostri figli sono grandi, chiedete loro il permesso di pubblicare la foto e rispettate il loro eventuale riserbo: in questa nuova religione, a volte i figli hanno più buon senso dei genitori.
  7. Non incoraggiate i topi di appartamento ad introdursi nelle vostre case quando siete in vacanza postando i vostri percorsi di viaggio e i luoghi che state visitando. È un’indicazione precisa della vostra assenza.
  8. Non condividete notizie violente, tendenziose, morbose. In primo luogo potrebbero essere false (per scoprirlo, basta digitare alcune parole chiave su internet: ci sono moltissimi siti utili a smascherare le bufale[iii]), ma soprattutto il mondo non ha bisogno della moltiplicazione di emozioni negative. Evitate le catene di qualsiasi genere, sono una perdita di tempo.
  9. Non create finti account per ovviare ai controlli dei coniugi. Non cercate avventure erotiche chiedendo l’amicizia a persone che non conoscete, e di conseguenza non concedete l’amicizia a chi non conoscete e si presenta con un profilo anonimo. Ma che tipo di rapporto volete mai trovare su Facebook? Se avete marito, moglie o compagno uscite con lui/lei, passate più tempo insieme, condividete degli interessi. Se siete soli, cercate (buona) compagnia in luoghi dove si fanno delle cose. Abbiate soprattutto degli interessi che non siano legati a Facebook.
  10.  Non inventatevi un personaggio, ma accettate quello che siete e ciò che avete. Non cercate di sembrare più belli ritoccando le foto che vi ritraggono. Fate conoscere gli aspetti migliori di voi aiutando il coniuge, i figli, i vicini di casa, scambiando qualche parola con chi è solo, dispensando piccoli atti di gentilezza.

Aggiungerei altre raccomandazioni, visto che su questi tablet c’è parecchia memoria. Non esagerate con le foto che vi ritraggono, la vanità non è una bella prerogativa. Non fotografate i piatti che mangiate, risulterebbero deludenti rispetto alla realtà e, soprattutto, non è detto che interessino. Evitate di postare l’ennesimo paesaggio banale; si sa, la bellezza di – per esempio – un tramonto sta sempre nell’emozione che suscita, ma tale emozione si può condividere solo di persona. Non postate ogni minima cosa che fate o che vedete, limitatevi a farla e vederla. Basta con le torte, le paste al forno o le polpette: volete davvero sembrare una persona che passa il tempo a cucinare? Vi prego, non fotografatevi i piedi quando siete al mare, è di un cattivo gusto estremo. Fatevi un vanto di non condividere i post dei buongiorno e buona sera, dei gatti che cantano e altre stupidate del genere.

Solo chi possiede una pagina aziendale ha l’esigenza di far vedere i propri prodotti e di pubblicizzare i propri servizi. Gli artisti e gli artigiani possono avere necessità di una vetrina. Ma i privati, cosa vogliono “vendere”?

E qui arriviamo alla domanda finale, che è una domanda molto importante al fine di decidere quali azioni compiere, su Facebook e non: perché lo fate? Chiedetevi il motivo per ogni click o touch, aspettate dieci secondi prima di azionare il ditino, provate a rimandare l’uso dei social con un bel respiro di consapevolezza.

(Illustrazione di Franco Blandino)


[i] Facebook è la nuova religione – Wired TV https://www.youtube.com/watch?v=naK6kJlUb-U

[ii]  La parola pad che si trova in i-pad indica invece un blocchetto, un taccuino e anche un cuscinetto. Sul significato delle parole dell’informatica prima dell’avvento dell’informatica dedicherò un altro pezzo.

[iii] Bufala è in origine la femmina del bufalo, mammifero erbivoro della sottofamiglia dei bovini. Famosa è la mozzarella del suo latte. Per la storia dell’uso del temine come “affermazione falsa” si veda https://it.wikipedia.org/wiki/Bufala.