Da dove a dove

Foto di Mimmo Pucciarelli

Foto di Mimmo Pucciarelli

EVA MAIO

Quando domandiamo – Dove abiti? – Dove vai ? – Dove stai? -
è perché abbiamo pudore.
Vorremmo chiedere : – Chi sei? – Chi sei tu davvero? -

E non è solo pudore. Rendiamo silente la domanda del – Chi sei -
perché siamo inarrivabili. Per tanto che circumnavighiamo le nostre
aure, magari la pelle, le storie, le vite, restiamo irraggiungibili, non
del tutto raggiungibili. Perfino noi a noi stessi.

La domanda del dove opera ellissi discrete perché l’altro è comunque
un mistero attraente.

Dove

Dove si sono infilati
gli occhi di tuo padre di tua madre
in quali spazi di te
le loro parlate.
E dove vivono ancora
i boschi e quegli odori di marino
che insieme avete respirato
fin dal mattino.

Dove puoi avere accesso
all’aria all’acqua alla polvere alle cose
che le mani dei tuoi
hanno sfiorato.
E dove fai avvenire
rarefatte presenze del prima del dopo
dell’adesso senza timore
in semplice chiarore.

E le dedizioni silenti
nelle stagioni grame e in quelle buone
dove le alloggi ancora
e a chi le regali.
Dove serbi incandescente
il primo sguardo amoroso
e quei teneri abbracci
ai figli al fragile di te di voi.

È che il tuo il mio
di cuore e la tua la mia
di anima non sono un palcoscenico
sono scrigni.
Con pudico riguardo
vi serbiamo dissonanze e sinfonie
a volte in ascesa
in lacrima sorriso sguardo.
Con pudico riguardo
ne abbiamo timida cognizione
esatta con bagliori
da regalarci adagio.

Che certi dove

Che certi dove
lo sai non ci sono
che certi dove sono quando
che certi dove
se ne stanno nascosti
e sbucano in luce
quando vogliono loro.

Che certi dove
sono uncini domande
impazienze indizi
di risposte e vi vai appresso
e a quale riva giungano
i tuoi occhi non lo sai prima
forse in altri occhi.

Che a certi dove lo sguardo
non giunge
se non con la pelle
lo sfiorare il toccare
nel cantiere aperto
di un compassionevole sentire
come alba d’ogni cosa buona.

Da dove a dove

Ti avevano avvisata
te lo avevano detto in tanti modi
che il tuo tempo si svolgeva
come da gerusalemme a gerico
senza maiuscole
come dalle alture ai vicoli
come dalle pretese alle intese
come dal centro ai bordi.

Te lo avevano raccontato
che le viscere si smuovono
se lasci tutti i templi le sacrestie
le chiese e vai per strada
per polvere per passi incerti
ed ai sospiri ti fai attenta
ed ai sospiri ti fermi pieghi ginocchia
schiena volto e occhi.

Che quegli avvisi scritti
come fiabe parabole poesie
sono per farti fare viaggi
da corpo a corpo
da volto a volto
da mani a mani
da braccia a braccia
da viscere a viscere.

Che il cuore poi
sa che il suo posto è fuori
ed anche al centro
e l’animo si fa vivo
fuori ed anche al fondo
lo sguardo s’immerge si bagna
diventa luminoso vero.
Il dove in cui t’attardi
Nessun altro
è qualunque altro.
Ognuno è singolare
e ha un modo proprio
di far tremare i tessuti
di te e svegliarti
a qualche forma d’amare.
E lì
è il luogo in cui t’attardi
ti slarghi
e diventi chi sei.

Foto di Mimmo Pucciarelli

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