Fin de siècle

C. Sottocornola, EIGHTIES,  Collage I

C. Sottocornola, EIGHTIES, Collage I

CLAUDIO SOTTOCORNOLA

Anni ’60

Gli anni ’60 sfilavano
col treno
il bimbo americano
con il naso in aria
la notte scendeva mitologica
di stelle nel cielo
… i pezzi yé-yé…
L’Enciclopedia Conoscere
insegnava la Geografia e la Storia
Attesa totale.
i fresbee volteggiavano
nell’aria come UFO
asfalto d’autostrade
e campagne, alla periferia
dell’urbe.

maggio 1991

Betty Boop

Betty Boop non siamo eroi
siamo uomini in coda
e fuori piove grigie anonime
vetrine saldi per tutti
Betty Boop aspettiamo
spesso in modo maldestro ma
così maldestro!
che venga il nostro turno
Betty Boop dolcissima fanciulla
senza età
siamo con te siamo come te
con quel sorriso stanco ma
paziente, la strada formicola
e noi Betty Boop
quante formiche per la strada Betty Boop
con bizzarri pigiama e impermeabili a strisce
come il tuo!
Che dolce Betty Boop:
lavori mangi e stai a
dieta, un po’ ti preoccupi
e un po’ vai al cinema.
Sei troppo distratta Betty Boop,
sempre stata così. È che le insegne
ti affascinano, le auto
coi fanali, i clacson
e il profumo di benzina super.
I tuoi passetti! Esitanti, timidi, poi
determinati. Siamo con te, siamo
come te Betty Boop, figurine
di carta ritagliate così,
con simpatia, e la nostra storia
è un dolcissimo cartoon.
Non siamo eroi, Betty Boop,
ma uomini in coda:

I love you

10 ottobre 1992

Domenica cubana

Domenica in amaca
fra banane e televisione
domenica cubana
sprofondata nel sole
anche se fuori piove
domenica fra vallette
aste e culinaria
(grattuggia grattuggia
melanzane),
e il dolcissimo “Corriere…”,
domenica nel piacere
dell’ozio, senza programmazione,
domenica dopo il bagno caldo,
e il radersi la barba
senza più niente da fare
senza più niente da dire…
domenica con la telefonata
a un amico sul più
e sul meno
domenica senza pensieri
e senza amore.

11 ottobre 1992

Born in the U.S.A.

Born in the U.S.A.
essere ancora là Bruce
con quell’odore di birra e formaggio
rotolando nel party
o sul campo di football
barba di qualche giorno
e muscoli lisci
corrono schermati i duri
il cinema non ha sottotitoli
(il Sudamerica è là
ignobilmente sfruttato
e Mr. Ford ci parla dal palco)
nel buio splendono i Mc.Donalds
e le ragazze fuori delle scuole
sostano o ballano
malore nella notte e uova crude,
alla Rocky, energia la mattina
con bacon and egg, o café
au lait francese – vetrate
sul melo selvatico –
a novembre, le sere
le streghe di Halloween
trasecolano sulle soglie
alla luce delle zucche,
dating con giochi sporchi
che mancano la saliva
nei cieli viola e lilla,
ma in fondo c’è Jack London
e il richiamo della foresta
nella neve – nuvole basse
e freddo della sera
ancora limpida:
il bosco dei noccioli
fiorisce; il sesso è sporco
e nascosto; supermercati polverosi
nei pomeriggi agostani,
coi bigodini e i carrelli
sulle autostrade (nuvole
basse, estensioni come di
Pellirosse), che vanno all’Oceano.
Scende la sera fuliginosa e cristallina,
oh “Happy days” dalla TV, il Fonzie
e il rosso restituiscono
or ora tutti gli anni ’50,
ma quante volte nel tinello giallo
esplodono i Beatles: “Close your eyes!”
Vetrate accese dentro,
fuori l’azzurro della sera,
hot dogs con salsa di senape
Coca-Cola e orange-juce, si discute come
negli anni ’60, Benjamin
Franklin says: “Early to bed,
and early to rise, makes the man
healthy, wealthy and wise”,
but I like better
Walt Whitman
homosexual d’assalto.
Tutto è un candy
in South Windsor, nella sera
il perbenismo è una fiaba
dolce nella sera
che qui si mescola col rock
sporco e selvaggio
della strada,
oh l’AFS fruit sale,
quando si vendevano arance
e pompelmi dalla Florida:
le donne autiste, la presidente
del comitato promotore che mi dava
la mancia del comitato nel bosco
dei noccioli, compleanni sempre
sulla neve con ciambelle McDonalds…
Una notte mi sentii male,
e dormii nel soggiorno,
sul divano, solo come un cane,
amorevolmente assistito.
Doccia tutti i giorni,
in cielo, e school-bus
coi capelli bagnati e la brina
sulla barba, presto
la sera americana.

ottobre-novembre 1992

Presidenziali

Clinton e Marilyn,
two American faces,
il sogno: punta il vagone
a una stella (Ralph Valdo Ernerson),
se a New York vincerai,
dovunque sarai
il Numero Uno,
elicotteri, aerei e taxi
fatti portare boy,
il mondo è lì, baby,
per sprofondarci dentro
proprio al centro,
e salire più in alto,
cavalca cowboy,
i dollari sono solo
svarioni della nuova frontiera,
il mito è sempre lì, Far West,
sporco, selvaggio e fuorilegge,
lì anche la legge è lotta, sceriffo, la
vita Furore (nell’amore),
stalloni come Newman
nei Motel di frontiera,
sperduta periferia
di un’America minore,
polvere, sabbia e stelle
distributori di benzina
abbandonati,
nella città fantasma
dove le autostrade
si perdono, e non sai
dove sei arrivato,
ma danza una bionda
Julie London, con lunghi anelli
agli orecchi, ti accarezza
il petto.Tu sai che hai
vinto, hai fatto del tuo meglio:
e meriti l’applauso, l’ammaina
bandiera a stelle e strisce e l’inno
perché America finché è America
is born to win [è vincere]
Clinton like Kennedy,
dirty neat face [sporche facce pulite]
of America, la bella
per grandi cieli
e campi di mais.

4 novembre 1992
ore 0.10 (ora italiana)

Omaggio alla Spagna

Ti ho visto danzare
Pablo
nella notte di Spagna
e mille tori scatenati
giravano per Plaza Mayor,
Don Juan baciava le mani
alle ragazze, e le matrone
applaudivano i coreuti,
un fuoco fatuo accendeva
la piazza, le telecamere,
esserci era tutto bello,
come il rituale della corte
fra i più selvaggi animali.

1 luglio 1993

QUI la versione inglese