La fiera di Santa Lucia e altre poesie

Foto di Bruna Bonino

Foto di Bruna Bonino

IURI LOMBARDO

Probabile Solstizio

Quel poco che resta per restare in piedi,
nel solstizio il buio si srotola;
all’erba la guazza di gocce appiglia
le larve feroci dell’incomprensione.
Qualcuno si attende accendendo brevi fuochi.
Il sonno non consola il mentitore,
sul tavolo l’asse vuole la morte
del re.

*

Il guanto di Brigitte

II
Nel giorno dell’anno più corto
le larve bagnate della notte
si trascinano lungo i cantoni,
gli sdruccioli: il solstizio nulla
ha della tua gioventù. In questa
notte, appena accenna a sera,
lasci gli stivali dietro la porta −
il tempo di dormire per non sentire dolore −
ed è già un gran fuoco di luci.
Scalci rapido il vento per spostarlo
di poco (sai che la lotta è vana,
il vento è inconsistente).
Il solstizio ti costringe a restare
vigile, covi il desiderio come pane
nella madia, di poter spingerti
a vivere oltre ogni possibile
per fuggire tra gli interstizi cerulei,
le volute leggere che il mattino
dirama. Quasi per incanto,
nel frattempo, gli stivali sul retro
sono un paio di sandali che calzi
da ragazzo, quasi all’alba,
per un istante, poco prima del mondo
che riconosce se stesso.

*

La bottega della poesia

È incredibile come un verso tenga
In tensione
L’acrobata, l’atleta,
sul filo, sull’orlo del cornicione;
come schiaccia di scure il grillo meta −
forico allo scintillare
della lama assassina, come seta
avvolge il suo saputo trapassare.
Scaccio artigiano scaccio il mio pinocchio:
un sillabario impossibile
da cantare.

*

La fiera di Santa Lucia

La città parve dilatarsi sul greto,
il fiume all’orizzonte d’un tratto sfumò;
luci intimidite dal vento aprono
il giardino romantico oltre il dopo.

Perché saltelli tra i marmi assonnati?

L’avvento striscia sull’unto dell’ovvio
− brevi schiamazzi attentano il giorno:
“Non ho un buon rapporto con la morte”.
Non credo sia paura la tua,
la luna non ha timori e albeggia
tra i fanali del sabato di mercato.

Iuri Lombardi, Il sarto di San Valentino,  Edizioni Ensemble – Roma, 2018

il-sarto-si-san-valentino-copertina

Dal saggio finale “Poesia come post industriale e narrativa come civiltà letteraria”:

[…]
Se di fatto la poesia, essendo un esercizio di stile lo scrittore la usa quasi come fosse un’attività privata e non più pubblica, può incarnare ancora oggi ontologicamente una istantanea di momenti vari – ecco la demistificazione della storia e del tempo − la narrativa pare compiersi in un prestigio maggiore e per forza di cose:

A) ha la fortuna di avere ancora un pubblico (nonostante i gravi problemi che affliggono l’editoria e le produzioni)
B) può assumersi le capacità della poesia; il romanzo riesce a mistificare lo stesso e con ottimi risultati
C) compie da protagonista il passaggio dall’età industriale a quella post-industriale.

La facoltà di essere ancora richiesta, di avere attenzione, di avere un pubblico fa sì che la narrativa – sia contemporanea sia dei classici − trovi un canale di espressione. Un romanzo è facile che venga pubblicato in volume come è facile che trovi una collocazione on-line e quindi oltre a esprimersi con i termini di una propria capacità espressiva, quelli della nuova civiltà letteraria …, dovuti e nati tramite l’omissione dell’io, determina uno svelamento del proprio essere. Attraverso la propria duttilità il genere narrativo si svela senza grandi problemi, così un classico tramite canali telematici lo conoscono tutti anche se non letto. Cosa che per la poesia è molto più difficile.

[…]

Tutto sommato, questo non deve allarmarci né deve farci rinunciare alla poesia, ma quando facciamo poesia, quando scriviamo versi, dobbiamo essere coscienti che la civiltà letteraria oggi come oggi resta il romanzo e che facendo poesia accenniamo a quella realtà soggiornando nella sua premessa.

iuri-lombardi

Iuri Lombardi, Firenze 1979, poeta, scrittore, saggista, drammaturgo. Ha pubblicato per la  narrativa i romanzi: Briganti e Saltimbanchi, Contando i nostri passi, La sensualità dell’erba, Il cristo disubbidiente, Mezzogiorno di luna. Per la Poesia: La Somma dei giorni, Black out, Il condominio impossibile; lo zoo di Gioele, La religione del corpo come racconti: Il grande bluff, la camicia di Sardanapalo, I racconti.  Per la saggistica: l’apostolo dell’eresia. Per il teatro: La spogliazione, Soqquadro. Vive a Firenze. Dopo essere stato editore, approda con altri compagni nella fondazione di Yawp – l’urlo barbarico.