Musica sull’acqua

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GABRIELLA MONGARDI
Per la “pagina” che Margutte dedica all’Acqua – dopo quelle dedicate alla Terra (ottobre 2013, La Montagna), all’Aria (gennaio 2014, Le Mongolfiere) e al Fuoco (settembre 2016) – pensavo di scrivere io due parole su “la musica e l’acqua”, commentando brevemente alcuni celebri brani musicali legati all’acqua, come la Water Music di Händel o il concerto op.VII n.3 La tempesta di mare  di Vivaldi o La mer di Debussy, ma il nostro collaboratore Daniele Trucco mi ha segnalato un recente libro scritto da Alberto Rizzuti, docente di Musicologia e Storia della Musica all’Università di Torino, che sembra fatto apposta per noi: Musica sull’acqua. Fiumi sonori, mari in tempesta, fontane magiche da Händel a Stravinskij, Carrocci editore 2017.

Come si legge nella quarta di copertina, il libro propone una rassegna di musiche “acquatiche” aggregate per temi, collegate da evidenze stilistiche o accomunate da affinità segrete. Beethoven, Brahms, Chopin, Debussy, Liszt, Ravel, Rossini, Schubert, Schumann, Strauss, Stravinskij, Verdi e Wagner sono solo alcuni dei compositori che hanno dedicato all’acqua pagine memorabili; aiutati in qualche caso da grandi poeti, in altri facendo leva soltanto sul loro portentoso talento.

Il libro si apre con la sontuosa festa sul Tamigi di tre secoli fa, per cui Händel su incarico del Re Giorgio I compose una suite da eseguire sulla chiatta d’appoggio, mentre il re e i suoi ospiti conversavano su quella reale. La suite prese il nome di Water Music, perché fu eseguita per la prima volta sulle acque di un fiume, ma le sue pagine non hanno particolari legami con l’acqua. Altri lavori, composti prima e soprattutto dopo quel giorno, fanno invece dell’acqua il loro elemento fondante. Canti solistici, canti corali, opere in musica, poemi sinfonici, pezzi pianistici: Rizzutti presenta in questo libro tutte quelle “opere in cui l’idea, l’immagine e l’effetto dell’acqua hanno concorso alla creazione di capolavori”, opere concepite in rapporto all’elemento che più di tutti somiglia alla musica.

Scrive Mattia Rossi recensendo il volume su “Il Foglio” del 7 settembre 2017: «Pagina dopo pagina, i brani e le opere (orchestrali, cameristiche, strumentali, vocali) che hanno come protagonista l’acqua si snodano in un incantevole viaggio. Finora nessuno aveva mai catalogato dettagliatamente un simile sottorepertorio: è per questo che l’eccellente volume di Rizzuti, per nulla tecnico o per soli musicologi, lascia piacevolmente meravigliati. Le varie sezioni del libro ben aiutano a distribuire il repertorio secondo la tipologia di acqua interessata. Al capitolo “Fontane”, ad esempio, troviamo “Fontane di Roma” di Respighi, i “Jeux d’eau” (Giochi d’acqua) di Liszt e Ravel. Grande attenzione è tributata alla pioggia: “Quattordici modi per descrivere la pioggia” di Eisler, ma anche “Jardins sous la pluie” (Giardini sotto la pioggia) di Debussy, il preludio “La Goutte d’eau” (La goccia d’acqua) di Chopin. In “Temporali, tempeste, diluvi” spazio agli acquazzoni delle opere di Wagner, Rossini, Verdi e della Sinfonia “Pastorale” di Beethoven (“La tempesta musicale più famosa della storia”, scrive Rizzuti) per arrivare ai diluvi biblici musicati da Donizetti e Stravinskij. L’incompiuta “Atlantida” di De Falla, sul mito di Atlantide, apre il capitolo “Mondi sommersi” che prosegue con l’ovattato capolavoro de “La Cathédrale engloutie” (La cattedrale sommersa) di Debussy. Brani acquatici per eccellenza sono le barcarole, i canti intonati dai gondolieri veneziani e tanto amati da Goethe e Rousseau: ecco le “Barcarole” di Offenbach e Chopin, “Gondoliere” di Schubert, “La lugubre gondola” di Liszt. Nel capitolo “Lungo il fiume” si ripercorrono i fiumi in musica più famosi: il Reno di Wagner (“L’oro del Reno”) e di Schumann (Sinfonia “Renana”), “La Moldava” di Smetana, il Danubio di Strauss. Non mancano, naturalmente, isole e mari: “Le Ebridi” di Mendelssohn e il capolavoro assoluto di tutta la musica acquatica, gli schizzi sinfonici di “La mer” di Debussy».

Ma la rivelazione più “acquatica” di questo libro di piacevolissima divulgazione musicale è l’etimologia di musica proposta all’inizio della seconda sezione: «Musica dicitur a moys… quod est aqua», musica deriva da “moys”, che significa acqua – parola di Marchetto da Padova, teorico musicale e compositore degli inizi del Trecento.

 

(foto di copertina di Bruna Bonino)