“Beethoven e dintorni”, serata straordinaria di musica classica a Carrù

img_3299

UMBERTO BECCARIA.

Il 19 Settembre alle 21:00, a Carrù presso il Teatro Vacchetti si svolgerà una serata speciale di musica classica nella quale parteciperò personalmente come pianista e direttore. Avrò il piacere di dirigere l’oboe solista di Kingsley Mandrino e di suonare con la compagine da camera dell’orchestra del Monferrato Classic Festival. Per l’occasione ho scelto alcuni fra i pezzi più noti ed eseguiti per orchestra d’archi e ho trascritto personalmente la Grande Polacca Brillante di Chopin per pianoforte e orchestra d’archi (la versione originale è infatti per pianoforte e orchestra sinfonica). Cimarosa, Mozart, Tchaikovsky, Mendelssohn e una sonata di Beethoven che eseguirò al pianoforte solo completeranno la serata.

img_3252

Il concerto per oboe e orchestra d’archi di Cimarosa è in realtà un arrangiamento fatto liberamente da Arthur Benjamin e si ispira a dei temi di sonate per clavicembalo del compositore italiano. Si articola in quattro movimenti: Introduzione – Larghetto , Allegro, Siciliana, Allegro giusto.

Eine Kleine Nachtmusik K.525 di Mozart è una delle composizioni più note del genio di Salisburgo. Anch’essa articolata in quattro movimenti, è una composizione molto fresca e ricca di idee che Mozart presenta con grande leggerezza. Terminata nel 1787, poco prima di partire per Praga, originariamente la serenata comprendeva due minuetti ma oggi si presenta in quattro movimenti, rientrando così negli standard delle sinfonie viennesi. La Nachtmusik inizia con un allegro e presenta un tema semplice ma di grande forza. La romanza è pervasa da grande dolcezza e il minuetto che segue sembra quasi una continuazione della romanza stessa, ma con alcuni spunti dal ritmo più deciso. Infine arriva il rondò, che non viene presentato da Mozart in forma tradizionale. È denotato anch’esso da grande leggiadria.

L’elegia per archi di Tchaikovsky venne iniziata dal compositore russo durante un breve soggiorno a Berlino. La prima esecuzione avvenne a Mosca il 28 dicembre 1884. Inizialmente il lavoro non era destinato alla pubblicazione e avrebbe dovuto solamente essere un omaggio personale ma nel 1890 Tchaikovsky cambiò idea e decise di dedicarlo all’attore Ivan Samarin, scomparso cinque anni prima. Questa elegia riprende la meravigliosa scrittura per orchestra d’archi del compositore russo, che ne aveva dato già più ampio sfoggio nella Serenata in do maggiore op.48. Tchaikosky riesce con questo organico ad ottenere melodie tese e di grande forza espressiva. L’elegia presenta una piccola introduzione per poi entrare nel vivo con un ritmo quasi danzante, con i violini che cantano una melodia malinconica. Conclusa questa sezione vi è una serrata parte centrale in cui i vari strumenti si rincorrono l’un l’altro a suon di terzine, mentre i violini continuano a cantare una nuova melodia. Dopo questa parte centrale il compositore russo riprende esattamente come all’inizio per arrivare alla coda, quasi sospesa che conferisce un grande senso di tristezza e malinconia.

La decima sinfonia di Felix Mendelssohn è uno dei lavori più importanti del repertorio per orchestra d’archi. Scritta dal compositore tedesco in giovanissima età, ha una struttura molto semplice: è condensata in un solo movimento in forma-sonata, preceduto da un Adagio di carattere introduttivo. A seguito di questo adagio molto espressivo, giunge l’Allegro subito spontaneo e spigliato, rispettando comunque gli sviluppi e i contrasti dei vari temi, chiude con una «coda» in cui il tema viene trattato in un accelerando finale più mosso e decisamente brillante.

Della sonata per pianoforte “Les Adieux” op.81a ho parlato diffusamente in un mio precedente articolo.

L’andante spianato e la polacca brillante op.22 sono tra le opere più famose e importanti di Fryderyk Chopin. L’andante è stato aggiunto successivamente alla polacca, ha un carattere molto dolce, ed è a tutti gli effetti un notturno, nella cui parte centrale Chopin inserisce una sorta di Mazurka. La polacca brillante invece, di grande spensieratezza e virtuosismo, è stata pensata dal compositore polacco per pianoforte e orchestra sinfonica. Nella prassi esecutiva odierna la polacca viene spesso eseguita senza orchestra, vi lascio una mia interpretazione recente.