Ansiose Geometrie

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CLAUDIO ZANINI

1
Declina il lato lungo del rettangolo nell’ombra.
Quello breve, nella luce sgombra, s’assottiglia
e svanisce, soltanto inscritto nel pensiero
d’un illusorio compimento immaginato.

4
Ci s’illude riguardando vasti spazi
che lungo sicure rotte si proceda,
mentre irride geometria ogni cura
e irretisce il pensiero nell’enigma
dove fugace e vana è ogni misura.

10
Non si può escludere del tutto
che il matematico più ossequioso
all’integro statuto della geometria
non abbia mai temuto l’improvviso
flettersi caparbio di rette indocili
all’incurvarsi minimo del piano
lungo iperboli vaghe e inesplorate;
anzi, abbia forse atteso quell’istante
in cui l’oltre vagamente immaginato
subitaneo appare in un battito di ciglia.

13
All‘eccessiva vastità, in qualche modo
si deve opporre baluardo, o distogliere lo sguardo
(oh, ne potesse fare a meno il pensiero!
ma più dello spazio, il tempo strazia e corrompe;
e unghie e denti qui non più soccorrono).
Non rimane che illudersi in piccoli luoghi
allestiti in forma di stanzette ammobiliate o
recinzioni misurabili, doppi servizi e
vigilati fortilizi da mura oblique e torri
prodighe d’ascensori e rampe ad arco. Tuttavia
è bene non sottrarre a questa miope strategia
di reclusione qualche dignitosa via di scampo,
che sia sottile feritoia nel pensiero o,
nell’artificio illusorio della luce, varco.

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Ciascuno sa, nell’animo irrequieto
che il giardino più bello è l’incompiuto,
vi cresce l‘acero vermiglio con la rosa,
accanto al bosso la tuia in siepe
sopravanza di verzura i suoi confini,
il gelsomino s’inebria di penombra
laddove il sentiero s‘interrompe e
cede il labile recinto all‘ora che rabbuia.

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Claudio Zanini, Ansiose Geometrie, con riflessione critica di Laura Caccia, Anterem Edizioni 2018.

Su Ansiose geometrie

Questi brevi componimenti poetici hanno per oggetto enti geometrici e narrano di assetti e volumetrie immaginarie, il loro declinare nell’ombra o lo svanire nella luce. In essi ci si duole per l’irrisolto rapporto tra finito e infinito, tra verità, incertezza e dubbio; luce e ombra; permanenza e inarginabile scorrere del tempo. Ci sono triangoli che feriscono con i loro angoli affilati, rette parallele di cui l’una si smarrisce lasciando l’altra vagare solitaria nell’infinito; figure piane vittime d’ingannevoli aporie, altre che acquisiscono volumetrie incongrue e perturbanti; mappe incerte che disorientano, testimoniando lo smarrimento dei cartografi. Si parla del Quadrato nero di Malevich, il cui nero ci suggerisce una dimensione enigmatica che ci interroga, ma nello stesso tempo ci respinge oltre i confini del senso e, tuttavia, ci affascina.

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Sono figurazioni di geometrie ansiose e accadimenti immaginari, forse sognati nelle notti argentine da Jorge L. Borges; frammenti di geometrie lontane, in formulazioni paradossali; dimostrazioni apocrife, ancora ignote o ignorate; offuscate dalla luce, appena affioranti dall’ombra, oppure in attesa di sprofondare in essa.

Sono segnali d’una razionalità tenace ma dolente, poiché la realtà le sfugge. Perché non riesce a costituirsi dei punti fermi, tradita “da quegli astri che si credevan fissi” cui ancorarsi. Certo, si afferma la “nitida geometria in spazi smisurati” di leopardiana memoria. Contemporaneamente, tuttavia, in un fascio di rette parallele “ancoraggio” fa rima con “miraggio”, mentre, alla resa dei conti, si “ignora cosa celi l’ombra dell’altrove”.

Anche il tempo, che pulsa nelle nostre vene, agisce sulla geometria. Dal tempo allontaniamo il pensiero perché “strazia e corrompe, e unghie e denti non più soccorrono” (vedi poesia All’eccessiva vastità); anche il tempo, dicevo, entra in gioco come dimensione ineludibile, all’interno del continuum spazio/tempo. Ma, il tempo significa mutazione e divenire, e il vivente subisce, non sempre consapevole, questi moti e stati di cui è sostanziato e cui non può sottrarsi. In ogni caso, “Ciascuno sa nell’animo irrequieto / che il giardino più bello è l’incompiuto.”

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Le opere in questo articolo sono di Claudio Zanini (Geometrie, 2017, tecnica mista – cm. 40×32) e sono state esposte recentemente. Si veda qui.

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