“Traumsender”: una conversazione con Tenedle

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Traumsender è il tuo settimo lavoro, che esce a due anni di distanza da Odd To Love incentrato su Emily Dickinson. Anche stavolta c’è uno spunto extramusicale a guidarti?
L’Espressionismo, cinema, pittura e arte del primo Novecento, è stata un’altra delle mie grandi passioni giovanili e ultimamente sembra che abbia preso l’abitudine di rendere “omaggio” alle cose che mi hanno “cambiato la vita”. In realtà sono anni che avevo il desiderio di realizzare una versione teatrale de “Il gabinetto del dottor Caligari” ma era una follia visionaria, nessuno potrà mai essere all’altezza di ricreare quel film, cosi mi sono limitato a circondare la musica di Traumsender, con un concept visuale, grafico ed emotivo che ricreasse in parte certe ambientazioni, una dedica comunque.

Anche Traumsender sottolinea il tuo spirito eclettico, la difficoltà di incasellare Tenedle tra i vari generi. Se dovessero arrivare gli alieni sulla terra e ti chiedessero che musica fai, come glielo spiegheresti?
Se mai arriveranno in questo periodo, sarà solo per chiedermi autografi. Sanno benissimo il genere di musica che faccio, loro. Purtroppo non ci trovano, al momento i segnali vengono disturbati da canzoni ingannevoli tipo “Across the Universe” o “21th Century schizoid man” o “Ashes to ashes”… Robetta minore…

Tenedle è una figura solitaria ma i suoi dischi sono il frutto di collaborazioni e lavori di squadra: Traumsender ad esempio annovera molti colleghi, da Debora Petrina ai Piccoli Animali Senza Espressione passando per Susanna Buffa. Quanto è importante giocare in squadra?
Per realizzare dischi speciali ci vogliono artisti speciali. In genere non scrivo in compagnia e non amo neppure condividere troppo presto il processo di produzione, ma ad un certo punto ci sono canzoni che chiamano voci, strumenti, e devo assolutamente seguire quei “richiami”. Per fortuna sono circondato e continuo ad incontrare meravigliose persone e artisti fuori dalla norma, che continuano a farmi splendidi doni con la loro presenza.

Con Traumsender possiamo dirlo: Tenedle è il manifesto dell’indie, l’emblema del DIY! Hai fatto tutto da solo, in assoluta indipendenza. Agire in autonomia non sarà per caso diventato una grande opportunità?
Lo è, lo è, specialmente dal punto di vista creativo ed artistico (ed intendo lo spazio che hai in tutti gli aspetti del progetto, non solo la musica e il suono). Direi che si stia dimostrando una strada che “funziona” visto anche il rapporto con le persone che seguono, i sostenitori, gli amici, i fans, che crescono. È faticoso a volte ma ci sono moltissimi aspetti che non posso più privarmi di curare ormai, direi di poter vantare un’indipendenza vera comunque e quasi totale! Con gioia.

Traumsender vede la luce grazie alla cordata di raisers che ti hanno sostenuto con Musicraider: qual è il tuo bilancio su quest’esperienza e in generale sul crowdfunding? 
La considero un’esperienza delicatissima, non paragonabile a nessun altro aspetto di una attività artistica, mi pare più relazionabile alla politica, quando si chiedono voti. Non mi piace fare filmati promozionali dove devo spiegare perché sia importante comprare i miei dischi, non mi piace fare questo tipo di imprese. Sono lontane dal creare. Fatto sta che non si può chiudersi nelle proprie stanze ed attendere, specialmente se vuoi comunicare ed avere il privilegio dell’indipendenza bisogna rischiare, mettersi in gioco, la propria base è fondamentale ed ogni tanto credo si possa testare questo rapporto, dare-avere ovviamente. Il crowdfunding è uno dei mezzi possibili per finanziare le proprie opere senza far fare grossi investimenti a singoli. Non credo che ne faro altre di questo tipo, almeno per un po’ di tempo, ma ricorderò sempre che sono state due (la prima cinque anni fa in Olanda) esperienze estremamente gratificanti in termini di affetto e ovviamente di risorse ottenute. Un enorme successo l’ultima in particolare, per Traumsender, appunto.

Accanto al supporto di Musicraiser, c’è anche la discesa in campo di Solchi Sperimentali: un progetto che sta prendendo sempre più piede, la cui partecipazione in qualche modo certifica lo spirito “di ricerca” di Tenedle…
Non sono riuscito ad entrare nel progetto realizzato in dvd proprio perché ero impegnatissimo con la realizzazione di Traumsender e prima con alcuni lavori che ho prodotto nel 2017 ma è stato grande motivo di orgoglio ricevere la proposta di collaborazione da Antonello Cresti, che considero figura chiave e di grandissimo talento e continuamente illuminata. Per ora la collaborazione credo si possa chiamare una dichiarazione di stima reciproca ma sono certo che presto succederà di più. Sono contento che Solchi Sperimentali riconosca che dietro i miei suoni e le mie canzoni apparentemente “popolari” ci sia una forte sperimentazione da anni.

Seguendoti in rete, si coglie subito la tua “generosità” social: pensieri, immagini, musica. Quanto è importante e quanto è rischioso o controproducente un lavoro così partecipe sui social?
Si può rischiare di venire a noia a chi ha altri interessi e a chi non ha interessi, io in genere parlo nei periodi in cui ho cose da dire ed in questo momento ce ne sono non poche e c’è pure gente che mi asseconda, con cui sono in contatto “vero”. Amici lontani che in un attimo sono vicini, artisti, collaboratori. Il mio rapporto con i social non è qualcosa che subisco, comunque. Decido in precedenza cosa raccontare, come quando e perché, e dedico pochissimo tempo o almeno, un tempo molto limitato, in genere i miei caffè del giorno, nelle pause di lavoro… La mia musica comunque è il luogo dove certi veicoli devono portare, il fine.

Ti avvali spesso e volentieri di elementi visual: fanno parte integrante della tua progettualità artistica?
Ormai si, da quando vivo in Olanda ho perfezionato lentamente anche questo aspetto, sempre con una certa “irriverenza” e moltissima auto-ironia… Mi diverto molto a fotografare e riprendere orizzonti, giocattoli, condizioni atmosferiche, la luce, il silenzio, lo spazio, sono diventati come musica, come i suoni per me. Questo aspetto è stato accolto molto bene dal pubblico che non capiva l’italiano prima, lingua in cui ho continuato a cantare fino a due dischi fa. Fondamentalmente mi diverto, ripeto. Traumsender sarà una performance dal forte impatto visivo.

Italiano di stanza in Olanda da anni, probabilmente avrai un punto di vista smaliziato e limpido sui pregi e sui difetti della musica e della cultura del nostro paese…
Parlare dell’Italia è diventata una cosa estremamente triste e complessa in questo periodo, non riesco a gioire pur avendo trovato personalmente una situazione ideale per produrre, lavorare, lontano. La cultura e la musica, i miei mondi. Un paese estremo come il nostro con i paradossi e le contraddizioni che si porta dietro, non poteva che creare contraddizioni simili anche in questo ambito. È triste vedere come gli italiani siano stati progressivamente diseducati al valore dell’arte e della cultura, e non solo, e che nonostante il paese pulluli di figure artistiche notevoli, queste si trovino quasi tutte nell’underground in situazioni disperate. Poi ovviamente non c’è struttura, solo iniziative di singoli o piccoli gruppi eroici. Ma il paese è assente, sordo, pesante, burocratico e la gente ha troppo calcio, troppe automobili e troppi selfie per la testa.

Prima dell’uscita di Traumsender hai preso parte al Premio Ciampi: sotto sotto, andando alla sostanza, Tenedle per quanto anomalo e sfuggente resta un cantautore…
Non ha importanza oggi ormai. Sì, no, sì se devo accontentare i più “conservatori” amanti soprattutto delle parole e delle etichette… In Italia non abbiamo premi dedicati a musicisti che hanno fatto elettronica o “altro” e soprattutto siamo davvero troppo “vecchi” e legati ai “genere”. Eppure con gli artisti stranieri non ci creiamo troppi problemi di genere. Io di sicuro non sono il tipico cantautore italiano, in Italia sono un “alieno” – non il solo intendiamoci, ma sono differente, altro. Se invece vogliamo considerare Peter Gabriel o David Sylvian o Bowie, Battiato o Bjork, cantautori, cantautrici beh, allora si, lo sono.

Gran finale: cosa significa Tenedle?
Come? ormai lo sanno tutti, davvero non lo sai? Bene, oggi Tenedle significa “Traumsender”, speditore di sogni.tenedle_2