“Infanzia resa” di Sebastiano Aglieco

aglieco-immagine

GIANCARLO BARONI

Nella sua ultima e recente raccolta poetica, intitolata Infanzia resa, il poeta, critico e maestro elementare Sebastiano Aglieco accompagna i lettori dentro questa tanto breve quanto intensa e fondamentale età della vita. L’infanzia, gli scolari e gli allievi, i bambini reali e concreti e quelli che resistono e sopravvivono nel cuore e nei ricordi degli adulti, sono i protagonisti incontrastati di questo libro che consiglio a tutti gli amanti della poesia e a chi, genitore oppure insegnante, quotidianamente con i bambini dialoga, si confronta e di loro si prende cura seguendoli con attenzione.
Nella Prefazione, Massimiliano Magnano precisa: “Nell’infanzia resa, restituita a se stessa, alla propria purezza originaria, c’è la fondata possibilità che i sentimenti più genuini vengano recuperati. Vita autentica e poesia autenticamente vissuta”. Con queste parole Sebastiano Aglieco risponde, nella sintetica intervista conclusiva, a Vincenzo Di Maro: “Sì, infanzia resa (restituita): chiudere i conti col bambino interiore. Ma anche arresa, arrendersi, non porsi più domande, ritornare al pensiero semplice dei bambini. Questo può avvenire solamente a distanza, nell’età adulta”.
Ci troviamo di fronte a una poesia che non vuole indossare vesti troppo ornate, che non vuole imbellettarsi e farsi vanitosamente bella. La sua bellezza sta nella capacità di stupirsi, di appassionarsi, di impegnarsi a scovare la gramigna là dove alligna, fuori e dentro di noi. Individuare la gramigna, possibilmente per estirparla, è un compito e una missione che poeta e maestro condividono: “Andate, poeti / dove cresce la gramigna da estirpare”, e ancora “…la gramigna di noi che un / maestro estirpa ogni giorno dell’anno”. Niente di coercitivo e di autoritario, si tratta semmai di un rapporto empatico e dialettico, di uno scambio basato sulla disponibilità e sull’apertura, sul mettersi in gioco e in discussione, in ascolto e in relazione, al fine di migliorare e di migliorarsi, di crescere insieme nel rispetto dei ruoli. La raccolta contiene questa bellissima poesia:

Ascoltami bene
non credere che sappia cose
più di te.
Non posso dirti
che cosa devi fare o
non devi fare
solo, che non appartieni
solo a te
che abiti la bocca di tutti.

Entrare in giornaliero e giusto contatto con l’infanzia permette agli adulti di recuperare almeno in parte purezza, semplicità, spontaneità, stupore, e consente ai bambini di crescere pienamente. Se questo percorso sentimentale ed educativo raggiunge infine la meta, lo si deve soprattutto a un protagonista di cui va dichiarato con gioia il nome: “Il nome segreto è Amore”. E’ l’affetto a spalancare porte e finestre, anime e destini:

Poi succede qualcosa
in un momento preciso della giornata:
il canto di una classe dietro ai vetri
interroga tutti i nostri destini.

Sebastiano Aglieco, Infanzia resa, Il Leggio Libraria Editrice, 2018, collana di poesia diretta da Gabriela Fantato, p.131.