Olfatto. Immagini del sentire

DSCF4557

MARCO TOMATIS

Una delle caratteristiche deteriori del mainstream culturale italiano, e monregalese nel nostro caso, considerato che la “provincia”, intesa soprattutto come dimensione psicologica, esalta di solito i difetti e le carenze del “centro”, è la scarsa o nulla attenzione a molte produzioni non certo di secondo piano nell’industria culturale. In termini di valore artistico innanzitutto, ma anche in termini di diffusione e per ciò stesso in grado di esercitare una importanza fondamentale nell’elaborare l’immaginario collettivo presente e futuro di una intera società. Una di queste dimensioni trascurate è quella dell’illustrazione. E a riprova di quanto detto si provi a pensare anche solo per un attimo a cosa ha significato Norman Rockwell per la cultura statunitense dagli anni ’20 agli anni ’60 del secolo scorso. Lui era mainstream. Ma gli esempi potrebbero essere decine. Anche in Italia.

Chissà, forse si pensa che l’illustrazione in definitiva riguardi solo i bambini, il che non è vero, e in più ci si dimentica che i bambini di oggi sono gli uomini e le donne di domani e dovrebbe essere interesse di tutti vederli crescere al meglio delle loro possibilità.

O forse invece si ritiene troppo spesso, grazie anche alla forte spinta di interessi economici, che fenomeni, scuole e tendenze artistiche che troppe volte sfiorano il bluff più smaccato, siano il non plus ultra delle genialità.

O ancora forse si tratta di cascami di quella cultura pseudoumanistica, ormai troppo sovente caricatura di se stessa, che anche nel nostro secolo impregna a fondo il mondo culturale italiano. Il risultato però non cambia.

E invece il panorama dell’illustrazione italiana è vivo e vegeto. Senza arrivare a scomodare i grandi nomi noti a livello mondiale, come Lorenzo Mattotti o Roberto Innocenti, se ne può avere una buona riprova nella mostra “OLFATTO. Immagini del sentire” aperta a Piazza nel Circolo di Lettura.

Esposizione nata, a cura degli Amici di Piazza, per affiancare, a “Peccati di Gola”, la manifestazione dedicata alle eccellenze gastronomiche del territorio monregalese, qualcosa di diverso e complementare a degustazioni e assaggi, peraltro sempre graditissimi e di ottima qualità.

Esposizione cresciuta lentamente su se stessa, fino a presentare non certo un panorama completo della situazione dell’illustrazione contemporanea in Piemonte, non era questo d’altronde il suo scopo, ma certamente un buon colpo di sonda sulla realtà regionale contemporanea e sulle sue prospettive future.

Questo grazie anche alla struttura della mostra evidenziata già dal titolo. Maestri e Allievi, per indicare il fatto che quasi tutti gli appartenenti alla prima categoria  condividono il loro sapere con giovani che espongono accanto a loro.

Chi sono questi Maestri?  Illustratrici (eh sì, l’illustrazione in Piemonte è soprattutto donna) conosciute a livello internazionale come Cinzia Ghigliano, che la mostra ha curato, Anna Curti, Laura Crema, Petra Probst, Silvia Forzani, e illustratori emergenti come Marco Paschetta, che i mercati internazionali incominciano a contendersi.

E poi ci sono loro, i giovani aspiranti illustratori. I ragazzi che frequentano scuole per imparare il mestiere, la professione di chi racconta con le immagini. Vale la pena citarli uno per uno, in rigoroso ordine alfabetico. Valentina Basso Francesca Bellini, Andrea Bertone, Elisa Bianco, Marzia Bruno, Edoardo Cimberle, Víctor Andrés, Chang Cervantes, Francesca Garneri, Chantal Garolini, Carolina Grosa, Luca Isola, Sonia Ligorio, Raffaella Morgan, Chiara Morra, Lisa Pasteris, Gabriele Pino, Federico Salemi, Pia Taccone, Ilaria Zanellato.

Ma la mostra vuole anche essere un omaggio ad altre forme espressive. Così accanto al nucleo principale dedicato alla illustrazione, sono presenti artisti a tutto tondo, come Danila Ghigliano, scultrice, incisora e pittrice, la giovane ma bravissima Monica Bruera, Laura Castagno, artista di pluriennale esperienza nella ricerca del segno, Laura Frus che presenta una suggestiva opera materica dall’intrigante titolo “Kokopelli” e Giuseppe Musolino, la cui scultura ci lascia incantati per la sua efficacia comunicativa .

Una sala è poi dedicata a fotografi che in modo diverso utilizzano la macchina fotografica. Dal reportage d’impegno delle foto di Eloisa d’Orsi, reporter free-lance che si muove nel mondo ritraendo il disagio e il quotidiano, ai fotoritratti a tema di Aldo Antonietti, alle fotografie trattate come pittura di Kate Trafeli, agli scatti surreali di Dario Benedetto.

Attenzione però. Per restare aderenti ai temi di “Peccati di Gola” tutti gli artisti per partecipare hanno dovuto cimentarsi su un tema ben preciso. Quello dell’olfatto del titolo della mostra. A partire da citazioni di ogni tipo. Da quelle letterarie come questa bellissima di Igor Stravinsky:

Abbiamo un naso. Il naso sente l’odore e sceglie. Un artista è semplicemente una specie di maiale che cerca tartufi,

collocata in testa alla introduzione del catalogo preparato per l’occasione, per passare al Baudelaire dei “Fiori del male”, fino ad arrivare addirittura a Lucy van Pelt, Sophia Loren e Carlo Cracco, il noto cuoco protagonista di Masterchef.

Non stupisca l’attenzione all’olfatto. Certo, considerato il contesto, il riferimento più immediato è agli aromi e ai profumi dei cibi, ma artisti, anche grandi e importanti, che si sono cimentati sul tema non sono una novità. D’altronde l’olfatto da sempre è considerato, tra i sensi, il più evocativo, quello in grado di suscitare meglio di altri ricordi, impressioni e stati d’animo.  Ed è altrettanto vero che la forza evocativa di odori e aromi è stata ormai da tempo dimostrata scientificamente vera.

Ne è uscita fuori una mostra che si guarda con piacere, nel suo presentare un buon numero di personalità affermate, valorizzando contemporaneamente, cosa che succede di rado, artisti giovani. Un buon modo per terminare in bellezza la visita a “Peccati di Gola”, considerato che si colloca topograficamente proprio alla fine della visita e della degustazioni. Da apprezzare anche il bellissimo catalogo, la cui copertina, aderendo in pieno allo spirito della rassegna, è stata realizzata da una delle giovani presenti, Valentina Basso, monregalese di notevoli prospettive.


 

copertina: dettaglio della locandina della mostra, dell’illustratrice Valentina Basso.