Le quattro stagioni

vivaldi

UMBERTO BECCARIA

Oggi parlerò di una delle opere più note al pubblico della musica colta, ossia delle Quattro Stagioni di  Antonio Vivaldi. Con questo titolo in realtà vengono indicati i primi quattro concerti per violino solista tratti dall’opera “Il cimento dell’armonia e dell’invenzione”. Quest’ultima si compone in totale di 12 concerti, tutti di tipo solistico.

I concerti delle quattro stagioni sono tutti divisi in tre movimenti, solitamente il primo e terzo in tempo di Presto o Allegro, mentre il secondo Largo o Adagio. L’organico di queste composizioni comprende ovviamente un violino solista, un’orchestra d’archi e un basso continuo (clavicembalo o organo).

Le Quattro Stagioni rappresentano un importante esempio di musica a programma, riferendosi infatti ognuna di esse ad una particolare stagione con intento descrittivo. L’inverno ad esempio è rappresentato con caratteristiche più cupe e fredde mentre l’estate evoca il caldo torrido, e così via.

Interessante è il fatto che tutte le partiture di questi concerti siano accompagnate da sonetti che descrivono le caratteristiche proprie di ogni stagione, scritti da un poeta anonimo, forse da Vivaldi stesso. Non si è mai riusciti a stabilire se siano stati scritti prima o dopo la musica.

Appena uscirono nel 1725 e negli anni appena successivi ebbero molto successo in Europa, in particolare a Londra e Parigi.

Molto significative sono le tonalità scelte: la luminosità del mi maggiore, la dolcezza e tristezza del sol minore, il carattere rustico del fa maggiore e la desolazione del fa minore. Per ottenere tutti questi effetti particolarmente descrittivi, Vivaldi utilizza nelle sue Quattro Stagioni gli strumenti con grande fantasia e ingegnosità. Riesce ad ottenere infatti tantissimi effetti, alcuni dei quali onomatopeici, senza dimenticare la continua ed affascinante ricerca armonica che il compositore italiano porta avanti in tutta l’opera.

LA PRIMAVERA,  in Mi maggiore, descrive l’andamento dei singoli episodi di questa stagione: il canto degli uccelli, il temporale e la danza finale. Il violino solista rappresenta un pastore addormentato, le viole il latrato del fedele cane mentre altri violini le foglie fruscianti.

L’ ESTATE, in Sol minore per violino, vede protagonista la tempesta che si sente avvicinarsi da lontano nella calura estiva per poi arrivare nel finale in tutta la sua potenza. L’assolo descrive il pastore spaventato dal temporale improvviso.

L’ AUTUNNO, in Fa maggiore, ha come protagonista del concerto  Bacco: il compositore riproduce magistralmente l’ebbrezza provocata dal vino mentre, nel secondo movimento, si sente il clima incantato e sognante del dopo-festa. L’ultimo movimento si identifica con la tumultuosità ed i ritmi della caccia.

L’ INVERNO, in Mi maggiore, dai toni pastorali, era stato concepito da Vivaldi in un primo momento per essere eseguito in chiesa; tutta l’orchestra infatti suona sempre quasi “in sordina” come a non voler disturbare i fedeli raccolti in preghiera.

Il 21 Gennaio dirigerò l’orchestra da camera del Monferrato Classic Festival a Cereseto, presso la Chiesa dei Ss Pietro e Paolo, siete invitati a partecipare per sentire una mia interpretazione di questi splendidi concerti.

Vi lascio una bellissima interpretazione di Riccardo Muti :

https://www.youtube.com/watch?v=TvqVRzQkqkg

Buone feste a tutti!