Green Dreams Are Made Of This

LORENZO BARBERIS.

Sweet Dreams Are Made Of This”, cantano gli Eurythmics nel 1983.

“Green Dreams” ci offre la mostra “Il sogno verde”, interessante esposizione presso la Confraternita dei Battuti Neri di Vicoforte.

Uno spazio bianco dentro e rosso fuori, all’opposto rispettivamente del nero evocato dal suo nome e dal verde richiamato dal tema della mostra. Chiesa riaperta di recente, nel 2012, con la seconda edizione del Sogno, e quindi chiesa particolarmente onirica, non ancora parte dell’immaginario monregalese del tardobarocco locale.

Uno spazio doppiamente spaesante, dunque, per il suo candore e per la sua relativa verginità percettiva.

Spazio perfettamente idoneo al Sogno, le cui opere si integrano perfettamente in questo senso di enigmatica inquietudine. Una chiesa sconsacrata come il celebre Cinema di Monsu Bianco in piemontese, ardita metafora per il cuscino come porta del sogno.

Arnaldo Sanna

Il tema è una riflessione ecologica sul rapporto tra uomo e natura, e il nome mi fa pensare alla declinazione nel senso dei profumi verdi di Baudelaire, dove la natura è un tempio di corrispondenze, foresta di pilastri come le colonne blandamente spettrali della chiesa in questione.

A un nulla bianco rimanda infatti una tela di Arnaldo Sanna, al nulla rimandano le tre onde affiancate di Silvia Stucky, che non possono non far pensare all’Onda Vuota di Hokusai, come pure si annullano nel paesaggio le sue figure umane ridotte ad ombra. E un simile annullamento mistico paiono rimandare le due figure fuse in una di Claudia Muratori, un’opera dal sapore quasi sottilmente esoterico, dove una notte nera come il nulla sembra scaturire dalla fusione delle due figure, bianche su sfondo bianco.

E solo per citare le opere che mi sono piaciute di più. Ma tutta la mostra partecipa di questo spaesamento onirico, larvatamente piacevole, alla cui enigmaticità contribuisce certo lo spiazzamento di una mostra di astrazione di un certo livello collocata in una posizione così periferica, isolata, quasi iniziatica.

Ci si domanda quali strani casi, coincidenze e connessioni abbiano portato all’evento, ma poi  la vita è troppo breve per perdersi in tali quesiti, e si lascia lo spazio incantato colmi di una perplessità, direbbe Freud, piacevolmente unheimlich.

Silvia Stucky 

Claudia Muratori