Resonet in laudibus (breve storia di un canto natalizio)

dal libro svedese

dal libro svedese “Piae Cantiones”, 1582

GABRIELLA MONGARDI.

Non c’è forse nessun altro canto natalizio latino che sia stato tramandato in altrettante varianti della forma originaria, nelle più diverse traduzioni e rielaborazioni, come il famoso Resonet in laudibus, apparso per la prima volta come ninnananna di Natale nell’Europa medievale. Dal XIV secolo fino al nostro tempo questo canto assolutamente unico non ha cessato di modificarsi, dalla Cantio medievale fino al grande Mottetto corale.

Le più antiche versioni di questo canto si trovano in manoscritti del XIV secolo, in un Cantionarium dell’Abbazia di Seckau in Stiria (1345) e nel Graduale di Moosburg (Baviera, 1360). Ma sicuramente le origini risalgono a molto più indietro. Anche in Boemia il canto si diffuse rapidamente all’incirca nella medesima epoca.

Mentre a Seckau il Resonet serviva come cornice musicale in ambito liturgico, per la precisione per il Cantico di Simeone Nunc dimittis, a Moosburg era utilizzato a Natale come conductus (canto d’accompagnamento) alla fine della messa, dopo il Benedicamus Domino. Più tardi incontriamo questo canto anche in altri contesti liturgici: un ruolo centrale sembra aver avuto l’Abbazia benedettina di Nonnberg (Salisburgo), tuttora esistente.  Il canto fu presto introdotto anche nelle sacre rappresentazioni natalizie e si diffuse ulteriormente.

Non c’è una versione univoca del testo latino, ma ne esistono numerose varianti e rifacimenti nelle varie raccolte di canti sacri. Qui si riporta la trascrizione del testo riprodotto nell’immagine di copertina (in traduzione propria). Si tratta di due pagine dell’opera Piae cantiones ecclesiasticae et scholasticae veterum episcoporum in incluto Regno Sueciae passim usurpate, nunc per studio cuiusdam Reverendis:se Ecclesia Dei et Schola Aboensi in Finlandia optime meriti accurate a mendis correctae et nunc typis commissae opera Henri Theodorici Nylandesis. 

resonet testo e traduzione

Nello stesso periodo, soprattutto nel XVI secolo, si ebbero numerose versioni in tedesco del testo del canto, straordinariamente amato. In parte si tratta di traduzioni del testo latino, in parte di riscritture più o meno libere e in parte anche di ninnananne sulla melodia del Resonet, che sono state tutte modellate, nella struttura e nella forma, su Joseph lieber, Joseph mein, in origine una ninna nanna cantata da Maria a Gesù Bambino in una sacra rappresentazione natalizia a Lipsia, nel XVI secolo.

La composizione più nota su Joseph lieber, Joseph mein fu scritta nel 1544 a Wittenberg, da Johann Walther: ne seguirono molte altre, di diversi compositori. Spesso emerge anche sul piano musicale la complicata struttura del testo originale. Le sue sezioni Magnum nomen domini e Nunc angelorum gloria esistono anche come canti autonomi. Le frasi finali di queste composizioni, comunque, sono perlopiù arrangiate in modo personale. Così questo canto natalizio si diffuse, come Resonet in laudibus o Joseph lieber, Joseph mein, in tutti i paesi di lingua tedesca e ricevette sempre nuove trascrizioni musicali fino al XIX secolo (Brahms, Reger) e al XX (Diestler), quando venne adottato dai movimenti giovanili e conobbe nuovi arrangiamenti musicali. Il mottetto di Hugo Diestler Singet frisch und wohlgemüt  ne rappresenta solo un esempio.

Anche le molte rielaborazioni strumentali e le composizioni sul tema del Resonet mostrano quanto la qualità di questo canto natalizio abbia ispirato i musicisti. Si comincia con le diverse intavolature per organo del XV secolo, ad esempio quelle dal “Libro per l’organo di San Gallo” di Fridolin Sicher e molte altre, fino alle Variazioni del Padre Anton Estendorffer intorno al 1700, ma il culmine è forse raggiunto con il secondo movimento (Andante) della sinfonia in Mi bemolle maggiore KV 132 di Mozart.

Anche le musiche per trombe e timpani che accompagnano le processioni natalizie, come le sonate per i più diverse strumenti si servono di questo materiale. La maggior parte delle composizioni strumentali in cui domina il tema del Resonet, e le più importanti, derivano da Pavel Josef Vejvanovsky, il successore di Heinrich Biber a Kremsier (oggi Kroměříž, nella Repubblica Ceca), che ha scritto una serie di sonate e serenate per un gran numero di strumenti.

Di grande interesse è uno sguardo ai differenti modelli melodici che emergono soprattutto nelle opere strumentali. Nell’abbazia di Nonnberg il Resonet giocò un grande ruolo tra le ninnananne. Accanto alle “pastorelle” (arie natalizie) provengono da questo convento anche le processioni natalizie di trombe. Il rapporto con le fonti di Kremsier è solo casuale? Certamente no. In effetti l’arcivescovo Karl di Liechtenstein-Kastelkorn ricevette la sua formazione teologica a Salisburgo e lì più tardi divenne canonico. I rapporti musicali tra Salisburgo e Kremsier non risalgono solo al tempo di Biber. Così questa melodia, nei modelli riprodotti qui sotto, è forse arrivata a Kremsier attraverso l’arcivescovo Karl. In ogni caso in entrambe le località è rintracciabile una chiara preferenza per questi modelli melodici.

resonet melodia