La goccia d’inchiostro di Roberto Malini

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SILVIA PIO (a cura)

“Se una goccia di inchiostro cade nello stesso momento sul tuo libro e sulla tua veste, pulisci prima il libro e solo dopo l’abito”.

Le porte dello spirito

Tzimtzum (contrazione), Sh’virah (frantumazione) e
Tiqqun (riparazione): insieme, formano il ciclo del
cosmo e di ciascuna anima. Ecco perché, nel mondo
creativo degli ebrei, tutto vola: per riportare in alto le
divine scintille. È un volo santo, il volo di chi ritorna a
casa. Ma le porte di casa, le porte della santità, si
trovano nella serenità incontaminata della
contemplazione, dove il cielo è sempre limpido sul
villaggio dello splendore.

Asperità, recinti e ostacoli – i rumori, i movimenti, le
immagini dell’universo materiale – si pongono sulla
strada del viandante solitario che a passi lenti e sicuri
cammina verso Safed, portando nel suo cuore una
scintilla che si era perduta. L’opera di Chayyim Vital*,
allievo e interprete di Luria, trasmette a chi intraprende
quel cammino gli insegnamenti del maestro.

Per raggiungere i cancelli della santità
devi essere in perfetta solitudine,
così che la tua contemplazione
non si interrompa mai.
Coltiva nel tuo cuore una totale solitudine,
libera l’anima dalla spoglia del corpo,
come se non esistesse sostanza materiale
intorno a te: sii anima, completamente.
Più riuscirai ad affrancarti dal corpo,
più sarà chiara e profonda
la tua comprensione.
Se i rumori, i movimenti e le forme del mondo
interferiranno con la tua meditazione,
la tua anima si staccherà dalla sfera celeste.
Non raggiungerai alcun obiettivo,
perché la santità divina non appartiene
all’anima che sia ancora legata,
anche per un solo capello, alla materia.
È per questo che la virtù profetica
e la santità sono chiamate
sonno profondo, sogno o visione.

*1542-1620

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Roberto Malini, Se una goccia d’inchiostro, fotografie di Steed Gamero
Note introduttive di Rabbi Avraham Greenbaum, Rabbi Michael Whitman, Velvel Spiegler
Qabbalah, poesia e fotografia in un viaggio alla scoperta del mondo e dell’anima

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Un progetto Lavinia Dickinson Editore, per la collana “Voci e luci”. L’opera di Roberto Malini, poeta e studioso nei campi della mistica e della storia delle religioni, avvicina il lettore alla sorgente della Qabbalah. Le foto di Steed Gamero completano un percorso che conduce a risposte sulla natura dell’anima e dell’universo intorno a noi. “Alto” e “basso” sono le due metà del mondo materiale. La tensione di un’anima verso l’alto è sete di immortalità, nostalgia della patria celeste, mentre quella verso il basso conduce al ciclo degli esseri che nascono e muoiono. Scrive nella sua nota introduttiva Rabbi A. Greenbaum: «L’opera Se una goccia d’inchiostro mi ha colpito profondamente, perché fonde indissolubilmente poesia e conoscenza. La Qabbalah insegna all’uomo a chiedersi ‘che cosa’ e ‘Chi’. In che cosa consiste questo nostro mondo pieno di misteri e Chi lo portò in essere? Non io, non voi. Se vogliamo finalmente soffermarci a guardare dentro di noi, a contemplare le nostre vite, ci accorgeremo che siamo ossessionati da futili distrazioni che distolgono la nostra attenzione dalla ricerca, fuori di noi, della gloria radiosa che appartiene alla sorgente da cui scaturisce la realtà di questo singolare, meraviglioso mondo. Quando abbandoneremo le nostre ‘divinità’ fatte d’oro e d’argento e cercheremo questa luminosa verità, troveremo unità, amore e serenità. Non avremo più bisogno di armi letali, quando ci incammineremo tutti insieme sulla via della vita e della verità».

In tutte le librerie e gli store online; ordinabile anche via Facebook a Lavinia Dickinson Editore (copie autografate da Roberto Malini e Steed Gamero)

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Abbiamo chiesto a Roberto Malin, quali sono le motivazioni di quest’opera e il perché della scelta della Qabbalah?

Studio la mistica ebraica da molti anni e ho avuto la fortuna di incontrare alcuni grandi maestri di questa disciplina. Il termine Qabbalah significa “ricezione” ed è fondamentale ricevere da chi possiede la conoscenza le indicazioni per intraprendere una strada che conduce oltre le forme visibili del mondo reale, alla scoperta dell’origine dell’immensità della natura e della nostra essenza. Il pensiero mistico ebraico si fonda su alcuni libri che hanno diversi piani di lettura e appartengono al più profondo sapere umano, fra cui lo Zohar, il Libro dello Splendore. L’opera Se una goccia d’inchiostro esprime in una forma poetica accessibile a tutti un percorso nella tradizione della Qabbalah. Le fotografie di Steed Gamero, artista e poeta di talento e profonda umanità, accompagnano il lettore lungo il sentiero mistico che conduce all’Albero della Vita. Sono immagini essenziali che hanno ricevuto ampie lodi da parte di alcuni importanti studiosi della Qabbalah. 

Poesia e mistica hanno legami strettissimi. Secondo Tolstoj l’una senza l’altra non possono esistere, perché «la mistica senza poesia è superstizione e la poesia senza mistica è scrittura». Tutte e due sono parti importanti della mia vita. Le ho incontrate in giovanissima età e da allora ispirano e scandiscono il ritmo dei miei giorni. Ci sono tre dimensioni della poesia. La prima è fatta di leggi metriche o ritmiche, di gusto, di emozioni. La sua finalità è quella di sollecitare nell’animo del lettore o dell’ascoltatore la gamma di sentimenti che va dal piacere al dolore. La seconda dimensione della poesia non si prefigge di sedurre il pubblico a cui si rivolge, ma di migliorarlo, trasmettendogli i valori universalmente considerati positivi: l’amore, la solidarietà, la pace, la libertà, la collaborazione, l’uguaglianza. A differenza delle prime due, la terza forma di poesia si pone al di là del pensiero razionale e dialettico e non si basa su una ragione strutturante. È poesia che riguarda le entità che chiamiamo cosmo e spirito. Non va confusa con la poesia religiosa, perché le sue colonne non sono il dogma né l’accettazione ma la domanda e la ricerca. Coincide, invece, proprio con la mistica. La nostra civiltà possiede un patrimonio ricchissimo di poesia mistica, che comprende i Veda, le Gāthā, gli Inni Orfici, i versi di Esiodo, Rumi, Kabir. Secondo gli antichi greci, Omero fu incoronato da due divinità che rappresentano altrettanti principi mistici: Aion, il tempo senza fine, ed Estia, la signora dell’ecumene, il mondo come casa di tutti.

La Qabbalah è un tesoro prezioso della nostra eredità mistica. Durante la Shoah centinaia di maestri chassidici, depositari della sapienza e dei libri della Qabbalah, vennero assassinati dai nazisti, trucidati dalle Einsatzgruppen o deportati nei campi di morte. Erano i rabbini che avevano portato al popolo ebreo dell’Europa orientale la Qabbalah. Li incontriamo nei racconti e nei romanzi di Sholem Aleichem; li vediamo nei dipinti di Chagall e degli altri artisti yiddish. Il libro Se una goccia d’inchiostro è anche un omaggio alla loro memoriaIl 2006, anno in cui prese forma questo libro, incontrai in Israele numerosi sopravvissuti alla Shoah, fra cui poeti, artisti e mistici. Ognuno di loro ricordava con le lacrime agli occhi il rabbino dello shtetl - il villaggio ebraico – e i suoi preziosi libri. Nei dipinti di Jacob Vassover, uno degli ultimi pittori yiddish viventi, la figura del rabbino appare innumerevoli volte, come un gigante buono dietro l’orizzonte. E spesso porta con sé la Torah e i libri mistici.

La città della Qabbalah, Safed, è una delle quattro città sante con Gerusalemme, Hefron e Tiberiade. Se una goccia d’inchiostro è un cammino mistico e poetico verso Safed, condotto con l’umiltà e la semplicità a cui ci invitano i maestri. Maestri come Rabbi Avraham Greenbaum, Rabbi Michael Whitman e Velvel Spiegler, che hanno onorato il mio testo e le immagini di Steed Gamero con preziose e illuminanti note introduttive. Un cammino che, grazie alle rivelazioni dello Zohar e degli altri libri mistici, ci svela i codici che governano lo spazio e il tempo, la natura e lo spirito.

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Le poesie di Steed Gamero si trovano qui
Un’intervista a Roberto Malini si trova qui.
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