Fernando De Filippi. L’immagine del mondo.

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LORENZO BARBERIS.

Si è inaugurata venerdì 2 dicembre alle ore 17 presso l’ex chiesa di Santo Stefano, in via Sant’Agostino 24 a Mondovì, la mostra di Fernando De Filippi, “L’immagine del mondo”.

L’esposizione, realizzata in collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Cuneo e sponsorizzata dalla Fondazione CRC, è indubbiamente un evento di livello, che porta per la prima volta in città l’autore, una figura di rilievo.

Fernando De Filippi è stato infatti, oltre al resto, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Nato a Lecce nel 1940, dopo il diploma artistico si iscrive all’Accademia milanese, dove si diploma nel 1964. Già dai tardi anni ’50 inizia la sua attività espositiva (la prima personale è del 1958), con una carriera internazionale che lo porta appunto ad essere infine direttore di Brera (1991-2009) e quindi dell’accademia di Belle Arti di Verona (2009-2011).

Il tema centrale della produzione di De Filippi è l’Albero, colto nel suo essere simbolo sacro, divinità primigenia, “axis mundi” in grado di connettere Cielo, Terra e Sottosuolo. De Filippi, in un suo testo di presentazione, elenca vari alberi mistici: quello alchemico e quello di Jesse, quello araldico e quello della Croce, fino a quelli biblici, della Vita e del Bene e del Male.

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In sostanza, l’autore parte da fotografie di chiome d’alberi fotografate, e poi riportate pittoricamente su tema con uno sfondo e una campitura uniforme, salvo una sottile linea di contorno di colore diverso dal riempimento che crea quel particolare effetto di luminescenza che si apprezza ancor meglio dal vivo.

I dipinti sono poi disposti con perfetta simmetria, alternando tele quadrate o rettangolari – la maggioranza – con alcune tele di forma particolare, con la sommità semicircolare o, come quella qui sopra, “a tempietto”. Un modo forse per ricordarci, con Baudelaire, che “la natura è un tempio”, oltretutto “ in cui viventi colonne lasciano talvolta sfuggire confuse parole”, le parole del “vento che parli con voce leggera di foglie”, magari, come recita il titolo di molti di questi dipinti di De Filippi. Il quadro a tempietto, invece, si intitola Domus Aurea, come il grande palazzo edificato da Nerone per sua residenza. Ma qui, forse, si rimanda alla “casa perfetta” della Natura.

La mostra gode anche, tra i molti autorevoli contributi, di una prestigiosa presentazione del filosofo Stefano Zecchi, specializzato in Estetica, che sottolinea l’importanza del dettaglio, quasi invitandoci a guardare queste opere con massima cura: “nel dettaglio c’è l’attenzione al senso delle cose”. Una riflessione sul rapporto tra scienza e arte porta poi a cogliere l’importanza dell’uso della fotografia e del computer come preliminari alla realizzazione dei lavori di De Filippi.

Insomma, una mostra di indubbio interesse, di cui consigliamo senz’altro la visita ai monregalesi.

La mostra sarà visitabile, con ingresso libero, dal 2 dicembre all’8 gennaio, nei pomeriggi di giovedì e venerdì dalle 16 alle 19, il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, con aperture straordinarie l’8 ed il 26 dicembre (dalle 16 alle 19).