Palazzeschi è troppo Oltre.

Partic-La città che sale
APOTOS.

(Torna Apotos su Margutte, con una delle sue satire, aguzze e bonarie al tempo stesso. Un autore in grado di raccontare un consiglio comunale e renderlo divertente; in questo caso, ovviamente, quello di Mondovì. La satira è già apparsa sul numero di questa settimana del giornale cartaceo “Piazza Grande”, col titolo “OPERE PUBBLICHE DA SOGNO IN VISTA DEL VOTO”).
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Dup, Def, Pu (non è uno sputo). Chissà perché nell’ultimo consiglio comunale mentre ascoltavo assessori, consiglieri e sindaco mi è tornata in mente una poesia futurista di Aldo Palazzeschi: Tri, tri, tri/ fru, fru, fru/ ihu, ihu, ihu, ihu, / uhi, uhi, uhi, uhi con tutto quel che segue?  Forse perché il Dup (documento unico di programmazione) tratta del futuro: 5 anni per il piano strategico e 3 anni per il piano operativo. Ma gli spettatori hanno avuto l’impressione che tutti gli intervenuti pensassero piuttosto al futuro prossimo venturo, tra 7/8 mesi quando la città tornerà alle urne. E allora avanti con proposte, neanche troppo subliminali, rivolte alla prossima campagna elettorale e del tutto platoniche perché la realizzazione è rimandata alla settimana dei tre giobia (giovedì).
Inizia il gruppo di Mondovì Oltre, sotto le luci dei riflettori per l’attesa di un gesto di discontinuità dall’attuale maggioranza.
La montagna dell’attesa ha però partorito un topolino a forma di…emendamento. La richiesta di sospensione per una conferenza dei capigruppo aveva lasciato presagire chissà che. Al ritorno in aula dei capigruppo curiosità soddisfatta: la proposta di inserire come emendamento il recupero del tunnel ferroviaria Breo-Altipiano per realizzare una pista ciclabile e pedonale (‘percorso ciclopedonale’). Un po’ di preoccupazione da parte dell’assessore Schellino perché il quadro contabile non si può modificare in corsa (traduco io in oxfordese: as peul manc gavè ‘un gucin ca crola tut). Rassicurata dal proponente, l’architetto Mansuino: è solo da inserire nel capitolo finalità, il capitolo del ‘un bel dì vedremo…’. Un mio quesito al gruppo che l’ha proposto: ma se fate ancora parte della maggioranza perché non avete fatto inserire l’opera nelle riunioni di maggioranza preliminari al consiglio comunale? E se, invece, non vi sentite più parte della maggioranza perché il voto del vostro gruppo è stato, alla fine del dibattito, a favore? E’ ben vero che il vostro capogruppo, il mite e simpatico Giuseppe Aimo dall’aria da zio bonario, ha sottolineato la parola “tecnico” dopo la parola “voto” e prima di “a favore” ma. se permettete, è una piccola foglia di fico. Discontinuità vo cercando che è sì cara al vostro interlocutore Mondovì in Movimento che l’ha posta in posizione centrale nella mozione che ha portato al divorzio con il PD nell’assemblea del 30 maggio.
E non è forse pensando alla primavera del 2017 che il neoconsigliere Giuseppe Arduino detto Maurizio (un comunista british come il Presidente Emerito Giorgio Napolitano, anche se ha metà dei suoi anni e il quadruplo dei capelli) ha proposto una commissione speciale per il censimento e il recupero dei contenitori vuoti. (In Anna Karenina di Tolstoj, il marito della protagonista – alto burocrate zarista – proponeva come l’uovo di Colombo per ogni problema del suo ministero la costituzione di una commissione, anche per esaminare i risultati di una precedente commissione).
E non è pensando alla campagna elettorale che il giovane Costamagna – rinvigorito dalla permanenza nel Nord Europa a far l’Erasmus (che qualche malpensante pronuncia Orgasmus) - ha fatto un coup de théâtre sventolando i fogli elettorali delle due formazioni che hanno vinto le elezioni nel 2012, sottolineando gli impegni presi dalla maggioranza con gli elettori e non portati a termine (in tema di opere pubbliche è una operazione facile per chiunque stia all’opposizione).
Ho pensato cosa potrà dire un consigliere di opposizione, es. Alfio Marchini,  al consiglio comunale di Roma tra 5 anni. Alla povera Virginia dal suo movimento stanno ricordando ‘hai voluto la bicicletta e adesso pedala’ ma lei si è accorta che non ha né sella né manubrio e delle ruote ha solo i…raggi.
Ho colto fior da fiore dai miei appunti ma il mood generale degli interventi era da campagna elettorale ormai avviata.
Come il bambino della fiaba di Andersen ‘I vestiti nuovi dell’imperatore’ che esclama ‘il re è nudo’, Mario Bovetti – che sfoggiava una strepitosa cravatta di Barba – Napoli adatta alla fotografia da cartellone elettorale –  quando è stato il suo turno ha esordito con ‘ho finora sentito solo interventi di propaganda elettorale’. Il Presidente del Consiglio Comunale l’ha interrotto e redarguito perché lui, invece, non aveva ascoltato interventi di tale natura. Aliquando bonus dormitat Homerus (talvolta anche il bravo Omero si appisola). Etiam Ignatius. Detto con simpatia e, comunque, continuando con Palazzeschi. “Certo è un azzardo un po’ forte/ scrivere delle cose così/ che ci son professori oggidì/ a tutte le porte”.
Ah dimenticavo: il titolo della poesia. “E lasciatemi divertire”. Io continuo a divertirmi, ad ogni consiglio comunale.
(in cover: Balla, “La città che sale”, particolare)