I fogli volanti di Sandra Boninelli

copertina

FOGLI VOLANTI
(Sandra Boninelli)

Fogli volanti di vecchie canzoni
dolci ricordi passati e perduti,
vi ho riscoperti per caso stasera,
vi ho ritrovato e non vi lascio più.
Quante figure consumano il tempo
dentro alle righe di anonimi scritti,
cresce la vita sotto agli ulivi,
parla la gente di libertà.
Mani callose, tremanti e infantili
hanno sbiadito le vostre parole,
il cantastorie comincia a narrare,
accorre la gente ad ascoltar.
Fan capannelli nella gran piazza
son tutti attenti e non batton ciglio,
leggono insieme i fogli volanti,
volano i canti sulla città.
Volano insieme i vecchi rancori
le tristi storie di gente sfruttata,
gli attimi nati insieme all’amore
con il dolore di non più tornar.
La nostra terra legata ai ricordi
spaccata in tanti frammenti di vita,
mio padre suda dentro alla terra,
mia madre piange per non parlar.
E passa il tempo sopra la gente
mutan le piazze, cambian le idee,
ma pur qualcosa deve restare
nessuno ancora può dimenticar!
Son troppi i morti che c’hanno lasciato,
troppe le lacrime che abbiam versato,
tante canzoni in loro memoria,
dentro alle piazze abbiam fatto la storia,
tante canzoni in loro memoria,
dentro alle piazze abbiam fatto la storia!

due

C.G.I.L.
(Mimmo Boninelli)

Compagni Giovani Insieme Lavorammo
per inventare un luogo tutto nostro,
mondo di fratellanza
aiuto a chi non l’ha
la casa di un’altra umanità.
Compagne Giovani Insieme Lavorammo
per costruire un mondo di uguaglianza,
non di parole vuote
ma gesti e fantasia
la libertà chiamiamola poesia!
Milioni d’ore in fabbrica
consumano la vita,
lottare insieme avanti
e non è mai finita!
Cent’anni quanti giorni
a contarli passa un anno
e Di Vittorio e i tanti
che tornano alla mente!
E noi! E noi?
E noi testardi ancora qui
col nostro pugno giovane di un secolo,
la solidarietà che mai vien meno
giorni di gioia e pianto, un po’ d’amore,
e il nostro straccio rosso in fondo al cuore
il nostro segno rosso dentro il cuore.
Adesso quanti ancora a lavorare
l’acciaieria che cambia un diverso fare,
sguardi venuti da lontano
Almir, Ahmed, Assane
camminano sicuri accanto a noi.
Adesso quante ancora a lavorare
ma il mondo per noi resta ineguale,
le rose, il pane, il sogno
della metà del cielo
le trame che affidiamo a un altro secolo.
La storia ha rotto un muro
ma le nostre radici,
le lotte, la memoria
son già dentro il futuro
Cent’anni quanti giorni
a contarli passa un anno,
e Di Vittorio e i tanti
che tornano alla mente!
E noi! E noi?
E noi testardi ancora qui…
Il nostro sogno rosso che non muore,
il nostro sogno rosso dentro il cuore.

tre

IL PENDOLARE
(Mimmo Boninelli)

Sèmper de chèste giurnade
col treno che ‘l parte
do ure de viàs,
sèmper i solite face
töte ndurmentade
e amò stöfe de iér
l’è chèsta la ‘eta de cà
che mé gh’ò de fa
per tirà a campà. (2 v.)
La matina mé quando che parte
ü basì a la s-cetina
ghe ‘ölerès dà
la ‘arde l’è mèi mia destala
la gh’à mia de pensà
a la ‘éta che fö
l’è chèsta la ‘éta de tance
che per pòche palanche
a laurà i và luntà. (2 v.)
Quando che po’ so al laurà
gh’è’l capo-sessiù
che ‘l te dis “Lasarù”
gh’è dét de tè chèla òia
de ciapà öna tenàia
e cassàghela dré
l’è sèmper issé pòrca bestia
‘l crumiro de l’òstia
amìs del padrù. (2 v.)
Ma quando ‘m sé métic insèma
mà blocàt ol treno
ch ‘l pòrta al laurà
i òter piö isì a l’oficina
i à dic «Asembléa,
‘m gh’à de scioperà!»
Contra ‘l padrù che li sfröta
che ‘l divid i operare
am respònd toc insèma
Consigli de zona e de fabrica
i è i nòste armi
e i è de dovrà,
contra ‘l padrù che li sfröta
consigli de fabrica
e i è de dovrà (2 v.)

Traduzione:
Sempre giornate come queste / il treno che parte / due ore di viaggio / sempre le solite facce / tutte addormentate / ancora stanche di ieri / è questa la vita cane / che mi tocca vivere / per campare // La mattina quando parto / un bacio a mia figlia / vorrei dare / la guardo, è meglio non svegliarla / non deve pensare / alla vita che faccio / E’ questa la vita di tanti / che per pochi soldi / a lavorare vanno lontano // Quando sono al lavoro / c’è il capo-sezione / che ti dice “Lazzarone” / C’è dentro te quella voglia / di prendere una tenaglia / e tirargliela / E’ sempre così porca bestia / il crumiro dell’ostia / amico del padrone // Ma quando (ci siamo decisi di metterci) insieme / abbiamo bloccato il treno / che porta al lavoro / gli altri (che abitano vicino) più vicini all’officina / hanno detto “Assemblea, dobbiamo scioperare” / Contro il padrone che sfrutta / che divide gli operai / rispondiamo tutti insieme / Consigli di zona e di fabbrica / sono le nostre armi / e dobbiamo adoperarle / contro il padrone che sfrutta / i consigli di fabbrica / sono da usare.

Dudù Kouate

Dudù Kouate

NDOX-ACQUA-AIGO
(Dudù Kouate e Sandra Boninelli)

Acqua mio Signore, che decidi la vita, quando vuoi tu
una cascata apri per noi.
Acqua chiara e limpida, fonte di vita,
tu che sgorghi da sorgenti, dalla sommità dei monti;
scendi in fretta a dissetare, tutti i popoli del mondo,
suoni di tamburi e balli, t’invochiamo trepidanti.
Aigo, aigo nos damanam!”

Aigo, aigo, nos damanam, aigo, aigo noi ti chiediamo;
o Signore non mandarci, solo vento;
non girar le spalle, senti nostro lamento?
Acqua vogliono le piante, per donarci fiori e frutti
e per colorar la terra, per far dissetare tutti;
le foreste, gli animali, il misero raccolto.
noi gridiamo a tutto il mondo ” non privatizzate l’acqua”.
è un bene comune, non va monetizzato!,
gli speculatori, i falchi, vanno cacciati.
Acqua, acqua, acqua mio Signore!,
Aigo, aigo aigo nos Segnores,
Acqua, acqua, acqua mio Signore
aigo, aigo, aigo mia Signora,
acqua, acqua, ndox mia Signora,
aigo, aigo, aigo nos Segnores
acqua, acqua che ci doni la vita
quando vuoi tu una cascata scenda per noi!.
Acqua, ndox per dissetare,
tutti i popoli del mondo,chiedono acqua,
acqua, acqua noi t’invochiamo,
ndox, ndox scendi con noi,
i tamburi e i balli, solo per te.
acqua, acqua, aigo, aigo, ndox, ndox.

Sandra e Mimmo Boninelli con Dudù Kouate

Sandra e Mimmo Boninelli con Dudù Kouate

quattro

Quando e come ti sei avvicinata alla musica come espressione artistica?
Correva l’anno 1974, stavo lavorando come infermiera in ospedale, avevo appena ascoltato un disco dove era incisa una canzone, anzi una ballata dal titolo “Donna Lombarda”, questo canto che avevo imparato velocissimamente lo usavo a mo’ di ritmo mentre pulivo le stanze del mio reparto; proprio in una di queste stanze c’era un signore che mentre si stava facendo la barba ha ripreso questo canto con una voce che andava a legare la mia in modo molto bello, cioè mi aveva fatto il controcanto (cosa che ho scoperto poi con il tempo e la mia esperienza musicale). Siamo subito diventati amici e con lui andavo in osteria ad ascoltare i loro canti, dico ascoltare perché erano praticamente quattro persone che cantavano con tonalità ed espressività vocali diverse. Da lì è cominciata la mia passione per il canto popolare, anche se in realtà a quel tempo ascoltavo molto Bob Dylan e altri cantautori americani, la mia espressività artistica è dunque legata all’ascolto della musica popolare non solo italiana ma che comunque si avvicinava molto alle mie esigenze musicali di quel periodo molto bello e ricco per me di stimoli continui fino a spingermi a ricercare anche in Italia materiale musicale che mi regalasse interesse soprattutto per la storia e per i canti di protesta, capire come la gente poteva affrontare le tematiche sociali di quei tempi.

cinque

Quali suggestioni musicali e/o riferimenti letterari confluiscono nella tua produzione musicale e testuale?
Per quanto riguarda le suggestioni musicali e altro, devo dire che con il tempo, l’ascolto e le registrazioni che andavo a raccogliere mi hanno sempre regalato spessore, rispetto e tanto amore per i così detti “portatori”, ma altri portatori si sono aggiunti nel frattempo,
Importante è stato conoscere e capire i “cantastorie” che ancora scrivono e suonano ancora oggi nelle piazze o nei teatri; spesso anch’io suono con loro perché scoprire i loro testi stampati sui “Fogli volanti” mi ha sempre suscitato interesse e veri sentimenti; le loro storie così umanamente vicine alle mie, mi hanno sempre fatto pensare e interessato; allora anch’io ho cominciato a scrivere testi miei semplicemente guardandomi intorno. Quindi fatti, storie e personaggi che avevo con il tempo conosciuto li ho messi in canto.
Devo dire comunque che una grossa mano me l’ha data mio fratello Mimmo, anche lui cultore e ricercatore come me. Anche lui scrive testi a volte anche in dialetto. Insieme abbiamo proposto spettacoli; lui ha una seconda voce stupenda. È un grande osservatore e studioso della cultura popolare; abbiamo fatto insieme percorsi e proposte, insomma ci siamo anche divertiti perché il canto deve essere anche e non solo una forma di presenza con una sua funzione sociale, ma anche divertire, La cultura va sì studiata ma anche proposta in modo semplice, il più diretto possibile.
Prima si deve ascoltare chi ti sta accanto poi studiare e capire tutte le sfumature che senti arrivare, che ti entrano dentro e tu lei fai proprie perché hai saputo capire e unire ciò che gli altri ti sanno dare, la loro storia, la loro speranza, le voci di chi ti sta cantando, le sensazioni che ricevi e che vanno cambiando, sempre, ogni volta che accendi il registratore, i diversi contesti, ma che si legano al vero, alla realtà di ieri e di oggi.

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Breve biografia
Sono nata a Bergamo. Da oltre 30 anni mi occupo della raccolta e della riproposta del canto di tradizione popolare, collaboro con l’Istituto di ricerca Ernesto De Martino di Sesto Fiorentino.
Svolgo un’intensa attività di studio del canto popolare di area lombarda e tengo corsi sull’uso della voce e degli stili musicali propri della tradizione regionale, partecipo attivamente e mi propongo in modo concreto con gruppi e formazioni interessate alla riproposta del canto popolare e sociale.

1975 la prima formazione del Canzoniere Popolare di Bergamo

1975: la prima formazione del Canzoniere Popolare di Bergamo

Con il “Canzoniere Popolare di Bergamo” (1974-1981) e con il “Nuovo Canzoniere Italiano” (Ivan Della Mea, Giovanna Marini, Paolo Pietrangeli, Fausto Amodei, Gualtiero Bertelli, Paolo Ciarchi e altri ancora), intervengo in numerose manifestazioni di “folk revival” e di “nuova canzone” sia a livello locale che nazionale.
Importante riconoscimento è stato il premio “Giovanna Daffini” ricevuto sia nel 2004 che nel 2011.
Con mio fratello Mimmo sono autrice di canti sociali in italiano e in dialetto bergamasco. Entrambi interveniamo singolarmente in settori di propria competenza.

http://www.sandraboninelli.it/

Si veda anche il profilo di Sandra Boninelli scritto da Tiziana Oppizzi