Valle Gesso

La bellissima ed endemica primula di Allioni che fiorisce sulle pareti calcaree del Parco delle Marittime.

La bellissima ed endemica primula di Allioni che fiorisce sulle pareti calcaree del Parco delle Marittime (Archivio Parco Alpi Marittime)

ROBERTA FERRARIS
Appartata e chiusa dal massiccio dell’Argentera, la valle Gesso fu scelta come luogo di soggiorno dai Savoia, che acquisirono i diritti di caccia dai comuni di Entracque e Valdieri a metà del XIX secolo. I valloni selvaggi, l’abbondanza di selvaggina, la natura impervia delle maggiori vette delle Marittime, ne facevano un territorio ideale per le battute reali. La presenza dei Savoia e della loro corte – ma soprattutto della regina Elena, che amava pescare – portò in valle un certo benessere e attività più remunerative di quelle agricole e pastorali. Nel dopoguerra, eclissato l’astro di casa Savoia, la ricchezza d’acqua rese appetibile la valle per la produzione di energia idroelettrica. Ecco allora gli invasi in alta quota, le dighe, gli impianti di produzione, tra cui il più grande in Italia, la centrale Luigi Einaudi dell’Enel, entrata in funzione nel 1982. Oggi la risorsa del territorio è il Parco delle Alpi Marittime e la grande offerta di turismo sostenibile in estate e in inverno.

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Terme di Valdieri

Il percorso di visita
La porta della valle Gesso è Borgo S. Dalmazzo (Lo Borg), con il suo centro storico circondato da notevoli manufatti di archeologia industriale, come gli ex stabilimenti Bertello e Italcementi, quest’ultimo in fase di dismissione. Nonostante l’impatto della modernità, Borgo S. Dalmazzo conserva memorie delle sue origini antiche: in epoca romana era municipio romano col nome di Pedona, e sotto i longobardi fu importante centro abbaziale dedicato a S. Dalmazzo, evangelizzatore della valle e martire della legione tebea. Il Museo dell’abbazia di S. Dalmazzo di Pedona, presso la parrocchiale, illustra l’epoca monastica con interessanti reperti medievali (VIII-XII sec.).

La conca del Valasco con il suo caratteristico roccione (A. Rivelli PNAM)

La conca del Valasco con il suo caratteristico roccione Foto (A. Rivelli – Archivio Parco Alpi Marittime)

Proseguendo sulla SP 22, alla stazione ferroviaria si trova il Memoriale della deportazione, che ricorda i 329 ebrei internati per alcuni mesi in un campo di concentramento e poi partiti dalla stazione di Borgo per il loro ultimo viaggio, verso Auschwitz. La strada prosegue inoltrandosi nella valle stretta, dove si notano le grandi cave di calcare e argille scistose cha hanno alimentato il cementificio, fonte di occupazione per tutta la valle nel secondo dopoguerra. All’altezza di Andonno, in posizione assolata sul versante sinistro della valle, si devia a sinistra per la valle laterale di Roaschia (Roascha), territorio di grande interesse naturalistico per la presenza di grotte, tra cui la più nota è la Dragonera, da cui sgorga anche una sorgente.
Il percorso della SP 22 prosegue nel fondovalle, toccando Valdieri (Vaudier), dove si trova la sede amministrativa del parco delle Alpi Marittime. Il paese è aggrappato al versante orografico sinistro della valle, in bella posizione. Sulla piazza Regina Elena affaccia la casa Lovera, con affreschi del XVIII secolo. La conca in cui sorge il paese gode di un particolare microclima, tanto che a monte, sui ripidissimi versanti della Rocca S. Giovanni, si trova la stazione più settentrionale e alla quota più elevata di ginepro fenicio (Riserva regionale Juniperus phoenicea), specie tipica del bacino mediterraneo.

LAGAROT DI LOUROUSA

LAGAROT DI LOUROUSA (Foto archivio Parco Alpi Marittime)

Poco oltre Valdieri la valle si biforca: a destra si prosegue nella stretta valle del Gesso della Valletta fino a S. Anna di Valdieri, dove si trova il complesso residenziale dei Savoia, costruito tra il 1865 e il 1870, con la Casa del Re, della Principessa Giovanna, gli alloggi del personale, le stalle, il cinema, la ghiacciaia e il ponte levatoio. Ha sede a S. Anna l’Ecomuseo della segale (fa capo al negozio/osteria “I Bateur”), dedicato alla coltivazione di questo cereale, tipico delle Alpi. Il percorso di visita dell’ecomuseo comprende anche il sentiero «Lo viol du Tàit», per le borgate Tetti Bartola e Tetti Bariau, dove si trovano case dove è stato ripristinato l’originale tetto di paglia di segale.

Lago del Vei del Bouc

Lago del Vei del Bouc (Foto archivio Parco Alpi Marittime)

Il percorso di visita prosegue fino alla testata della valle, dove si trova Terme di Valdieri. Sul grandioso edificio del Grand Hotel Royal, costruito nel 1857, incombono le ripide pareti boscose del monte Matto (m 3097). Le sorgenti termali sono note fin la XVI secolo e furono sempre utilizzate dalla popolazione della valle: le acque sono solfato-cloruro-sodiche ipertermali (50°-75°), a pH alcalino. Lo stabilimento è aperto da giugno a settembre e offre una vasta gamma di terapie e trattamenti per il benessere, oltre alla piscina esterna, accessibile al pubblico. All’interno del complesso termale si trovano due delle quattro palazzine in stile «svizzero», fatte costruire da Vittorio Emanuele II: i raffinati edifici in legno – la casa di caccia e la casa della Bella Rosin – sono stati oggetto di recenti restauri.

I Laghi sottano e soprano della Sella (E. Piacenza PNAM)

I Laghi sottano e soprano della Sella (Foto E. Piacenza – Archivio Parco Alpi Marittime)

A Terme di Valdieri si visita nel periodo estivo il giardino alpino Valderia, dove si osservano circa 450 specie botaniche, organizzate in 14 ambienti rappresentativi dei principali ecosistemi delle Alpi Marittime. Terme di Valdieri è punto di partenza per numerose escursioni nel cuore del parco. Tra le più facili, la passeggiata alla reale casa di Caccia a Pian del Valasco, su comoda mulattiera. A lungo in stato di abbandono, la casa di caccia è stata di recente restaurata ed è adibita a casa vacanze. Dal Pian del Valasco le possibilità escursionistiche sono innumerevoli, su ottima rete di sentieri segnati e attrezzati di rifugi alpini.

Lago di Fremamorta. Foto R. Malacrida

Lago di Fremamorta. (Foto R. Malacrida – Archivio Parco Alpi Marittime)

La visita della valle Gesso prosegue ora lungo l’altro ramo del torrente, che si apre nell’ampia conca della valle Gesso di Entracque, dominata dalla diga della centrale elettrica Luigi Einaudi. In un bel contesto di prati sorge Entracque (Entraigas), il centro più attrezzato per il turismo estivo. Il paese è diviso in due borgate distinte, separate dal rio Colletta; il nucleo più antico si raccoglie intorno alla piazza Giustizia e Libertà, con bella fontana del 1565, dove sorge il palazzo comunale ottocentesco. A metà del XIX secolo il paese ebbe notevole sviluppo economico grazie alla lavorazione artigianale della lana. Nel periodo di maggiore attività vi furono attivi circa 50 lanifici.
Proseguendo nella valle del Gesso della Barra verso S. Giacomo, si costeggiano l’invaso del lago della Piastra, che insieme al lago della Rovina e al lago di Chiotas, a quote maggiori, alimenta la centrale Luigi Einaudi, visitabile presso il centro informazioni a monte della diga.
Proseguendo sulla strada asfaltata, oltre S. Giacomo si trova un’altra casa di caccia, oggi trasformata in casa vacanze. La frazione è punto di partenza per escursioni verso il massiccio dell’Argentera e la Cima del Gelas, anche qui su ottimi sentieri ben serviti da rifugi alpini.

Un ospite del Centro faunistico Uomini e Lupi a Entracque. Foto Alessio Barale.

Un ospite del Centro faunistico Uomini e Lupi a Entracque. (Foto Alessio Barale – Archivio Parco Alpi Marittime)

Il Parco delle Alpi Marittime
Erede della riserva di caccia dei Savoia, il parco è stato istituito nel 1995, unendo i parchi regionali dell’Argentera (1980) e la Riserva del bosco e dei laghi di Palanfrè (1979) in val Vermenagna. Il parco è il più esteso del Piemonte e confina con il parco del Mercantour, in territorio francese. Costituisce pertanto un’area protetta di circa 100.000 ettari, di altissimo valore ambientale. Il parco offre una straordinaria varietà di paesaggi, dalle conche prative dei fondovalle, alle creste rocciose dell’Argentera, ai molti laghi e corsi d’acqua. Grande è la biodiversità, con circa 2600 specie vegetali presenti, circa metà dell’intero patrimonio italiano, e molti endemismi. È anche facile osservare gli animali: camosci e stambecchi, marmotte e rapaci come l’aquila e il gipeto barbuto. È più difficile avvistare il lupo, presente nel parco, e di cui si può approfondire la conoscenza nel Centro faunistico Uomini e lupi, a Entracque.

Fioritura primaverile di crochi al Piano del Valasco (archivio PNAM)

Fioritura primaverile di crochi al Piano del Valasco (Archivio Parco Alpi Marittime)

Roberta Ferraris

http://www.chambradoc.it/chambraDoc.page

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