L’altra montagna

Quando l’incontro con chi resiste ti cambia la vita.

rifugio mondovì arcobaleno

GABRIELE GALLO.

Dai finestrini appannati dell’autobus ri­vide dopo anni quel profilo sagomato dei monti, elegantemente imbiancati sulla parte sommitale. Il paese dormiva an­cora sotto una nebbia sottile che, come una pellicola trasparente, pareva voler proteggere ogni singola abitazione. L’al­ba ancora non si trovava, nascosta da quei massicci circostanti così imponen­ti, ma la si intuiva appena, preannuncia­ta da sfumature celesti calde e luminose. Giunto al capolinea, discese nella piaz­za centrale e notò subito quei mattoncini raffinati di porfido. La mente corse allo­ra all’infanzia, a quella spianata di ter­ra battuta prima e di asfalto grezzo poi, capace di ospitare partite infinite, speri­colate evoluzioni con le bici, teatri all’a­perto, finti inseguimenti con i motorini e con le auto. Un brivido gli attraversò la schiena e la ferita della memoria si aprì lentamente, sanguinando ricordi che pa­revano ormai cicatrizzati. Anche i ne­gozi si erano trasformati. Si era persa quell’autenticità del borgo di montagna e le poche botteghe rimaste erano ormai assimilabili a negozi cittadini, scevri però di storia e tradizione. I primi raggi di sole incendiarono intanto la fontana, ornata da timide sculture trasparenti che si rag­grinzivano in breve e si tuffavano rapide nella bocca centrale. Respirò a pieni pol­moni quell’aria familiare mascherata da sconosciuta e si diresse veloce verso l’a­genzia immobiliare, quasi per non ascol­tare o vedere altro.

La segretaria lo accolse calorosamen­te, facendolo accomodare nella sala d’a­spetto. Il responsabile sarebbe arrivato a breve. Giacomo, nell’attesa, rovistò tra quelle pubblicazioni gettate disordinata­mente sul tavolo al suo fianco, alla ricer­ca di una lettura rapida. Mensili, riviste di gossip, settimanali. La sua attenzione, d’improvviso, venne attirata da quel vo­lumetto alla base di una grossa pila infor­me. Lo sfilò con delicatezza e cominciò a sfogliarlo incuriosito, tanto per inganna­re il tempo.

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Inizia così uno straordinario viaggio tra la gente che resiste, la rivelazione di una montagna diversa dai cliché, una montagna in realtà colta, paziente, matura.
Un giovane giornalista incontra coloro che ancora resistono su una montagna sempre più in pericolo. Vince le loro diffidenze, diventa il loro portavoce, il loro paladino. Ne riporta le storie mutandole in racconti che sanno essere poetici senza spegnere la rabbia di chi lassù si sente abbandonato. Perché il principale nemico della montagna è uno Stato distratto e capace solo di promettere senza mantenere. L’altro nemico, non meno dannoso, è il turista a caccia di panorami da cartolina che sfrutta in fine settimana frettolosi, senza rispetto per la natura né per le persone che incontra. 

Il libro di Gabriele Gallo, appena uscito per l’editore 20090 (www.20090.eu), racconta quei paradisi aspri e lo sconforto che a volte prende la “gente che resiste”. Ma alla fine vince sempre la voglia di restare lassù, senza cadere nelle lusinghe delle sterili comodità che incantano la “gente della pianura”.  (Per acquistarlo: http://www.blomming.com/mm/20090/items/laltra-montagna-quando-lincontro-con-chi-resiste-ti-cambia-la-vita-gabriele-gallo)

Gabriele Gallo (1986) vive a Mondovì (CN) ed è laureato in Scienze e Cultura delle Alpi presso l’Università degli Studi di Torino. Socio del CAI, si occupa di comunicazione e promozione del territorio, con particolare attenzione all’ambiente alpino della provincia di Cuneo. Collaboratore esterno del settimanale locale L’Unione Monregalese, ha già pubblicato “Rifugiarsi nella descrizione di un attimo – Alpi Liguri” e Rifugiarsi nella descrizione di un attimo – Alpi Marittime (Daniela Piazza Editore, Torino 2013 e 2014). Appassionato anche di meteo-climatologia alpina, Gallo dal 2009 è Vicepresidente dell’Associazione Onlus MeteoNetwork.

QUI la recensione di L’altra montagna

(Nella foto, di Roberta Ferraris, arcobaleno dal Rifugio Mondovì in Alta Valle Ellero)