Rifugiarsi… in un’altra montagna

Gallo copertina

GABRIELLA MONGARDI.

Già autore di due accuratissime, originali guide ai rifugi delle Alpi Liguri e Marittime (Rifugiarsi nella descrizione di un attimo, Daniela Piazza editore), questa volta Gabriele Gallo ha voluto cimentarsi… con che cosa? Come definire questo libro? Racconto lungo, collana di interviste, saggio?

Del saggio ha la volontà di sostenere una tesi: “un’altra montagna è possibile”; e le interviste che lo compongono ne sono gli argomenti a sostegno, la dimostrazione che in montagna non ci si arricchisce (se non dove “nevica firmato”, come dice Mauro Corona) ma si può resistere, continuare ad abitarla, a viverla. Ma tutto sommato a prevalere è la dimensione narrativa, in cui tout se tient: una salda struttura a cornice racchiude un intenso coro di voci. E, a conferma del talento narrativo dell’autore, c’è anche la dimensione metaletteraria: nel primo capitolo il protagonista, Giacomo, tornato nel paese di montagna dov’era stato bambino, mentre attende un agente immobiliare legge un “volumetto, tanto per ingannare il tempo”, e quella lettura, nell’ultimo capitolo, cambierà il corso della sua vita – come deve avvenire per ogni vera lettura. Nei quattro capitoli centrali anche noi leggiamo direttamente quel “volumetto”, in cui un giornalista racconta in prima persona gli incontri-interviste con gli abitanti delle Terre Alte: un pastore, una rifugista, un bottegaio e infine tutti gli abitanti di un paesino. Sentiamo così “dal vivo” le voci dei protagonisti, le loro rabbie, le frustrazioni, i rimpianti, ma anche le speranze, le proposte, i loro progetti per un futuro ancora in montagna.

Siamo in una fiction, certo, che lascia volutamente indefinite le coordinate geografiche e l’identità dei parlanti, ma sono pienamente reali i problemi di cui si parla e senz’altro realistiche le soluzioni proposte, così come perfettamente definiti sono i valori di riferimento. Innanzitutto l’amore per la Montagna, la nostra residua Wilderness, la Natura Selvaggia che in Europa, in Italia è sempre più minacciata dall’avanzata del cemento – un bene inestimabile di cui i montanari sono i – consapevoli – custodi. Poi il senso di appartenenza a una comunità, la condivisione, la solidarietà indotte proprio dal vivere in un ambiente difficile, inospitale, di fronte a cui “siamo del tutto inermi se presi singolarmente”. Infine la “resilienza”, la pazienza, la tenacia e… l’inventiva, la capacità di cambiare, di coniugare tradizione e modernità, di inventarsi nuovi mestieri o nuovi modi di gestire quelli vecchi. Certo, gli abitanti delle Terre Alte non possono fare tutto da soli. Se la montagna, come la natura, è un bene di tutti, tutti dovrebbero farsi carico dei suoi problemi, mentre troppo spesso gli amministratori pubblici, gente di pianura, per incompetenza mettono i bastoni fra le ruote – ma chissà che un libro come questo non serva anche ad aprire gli occhi a chi non vuole vedere…

E questo proprio grazie alla voce di un innamorato della montagna che, anziché scrivere un saggio tecnico e freddo, o un articolo un po’ noioso per una rivista specialistica, ha ‘messo in scena’ i problemi, li ha resi concreti e tangibili grazie a una scrittura elegante, a una narrazione coinvolgente, che sa cogliere la bellezza della montagna in tutte le stagioni, in tutte le ore, e sa dare la parola a chi la abita  – e una speranza a tutti quelli che la amano.

GABRIELE GALLO, L’altra montagna. Quando l’incontro con chi resiste ti cambia la vita, 20090 editore, 2016 (www.20090.eu)

QUI un estratto del libro e notizie sull’autore