New Media Killed The Video Star

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LORENZO BARBERIS.

Il sabato sera ogni tanto, in provincia, si può fare qualcosa diverso da guardare la TV.
Ad esempio, andare al Festival della TV di Dogliani.
Che poi, spesso, si finisce ugualmente per guardare uno schermo TV, sia pure un maxi-schermo, perché il padiglione degli incontri è sempre gremito all’inverosimile. Dibattito politico, un VJ come Cattelan, un attore del calibro di Abatantuono (per limitarsi agli incontri di sabato) fanno sempre il tutto esaurito di posti.

La manifestazione – nata nel 2012 – è giunta alla sua quinta edizione ed è un modello molto interessante di come fare cultura in Provincia; un modello cui anche Mondovì, credo, potrebbe guardare, anche se – molto opportunamente – la città si è di recente collegata all’altra grande esperienza di cultura in provincia, Collisioni, sorta nel 2009 a Novello (e poi spostatasi a Barolo, minuscola capitale del vino di qualità).

“Collisioni” ha puntato, con un successo letteralmente strabordante, sul connubio musica e letteratura; il festival doglianese ha puntato su un altro connubio, quello tra TV e Nuovi Media, che sono andati a creare, negli anni ’10, una sorta di nuova galassia reciprocamente interconnessa. Un po’ come interconnessa è ormai la galassia letterario-musicale a cui si ispira Collisioni, per cui Jovanotti (ma anche, per dire, Boosta dei Subsonica) può essere ospite sia come musicista che come scrittore (en attendant il salto opposto, ad esempio un Baricco che apre un gruppo nu-metal).

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Non sono mancati a Dogliani momenti musicali: il concerto degli Street Clerks, valido gruppo che ha accompagnato Cattelan, ospite della manifestazione, in vari suoi programmi, e il Silent Party finale, la nuova formula di successo che rende un “evento colto di massa” anche la fruizione di disco music (che un tempo era l’icona del Male, culturalmente parlando), con tanto di citazione di Nietzche, sfondo neogotico con la Torre dello Schellino e zero proteste da parte dell’eterno Partito dei Residenti (nelle nuove dinamiche postmoderne, il vero asse della politica comunale, contrapposto al Partito della Movida). Questa componente è però qui più di contorno: ma ugualmente funzionale.

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Rispetto al format di Collisioni, si dà più spazio anche all’arte visiva, con ben due mostre di pregio (una maggiore nelle sale del comune, con grandi nomi, e una con nomi emergenti, in una galleria autogestita nel centro) e le interessanti installazioni che fanno da illustrazione a questo articolo; a Barolo invece la parte artistica è sfruttata solo nella meravigliosa cornice vagamente gotica del paese adagiato sulle colline, senza ulteriore contaminazione con l’arte moderna.

Questo è indubbiamente un aspetto di un certo interesse, che personalmente ho apprezzato, e che torna a Mondovì in diverse manifestazioni artistiche cittadine (come “Arte al Belvedere” quale ultima incarnazione) che cercano di coniugare l’arte contemporanea con la naturale cornice artistica di Mondovì barocca e medioevale. Il festival della TV offre un perfetto destro a tutto questo, perché la Pop Art deriva in modo sia pure indiretto dalla cultura televisiva del secondo dopoguerra.

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Poi, certo, elemento molto importante è quello gastronomico e soprattutto enologico, a Barolo e qui a Dogliani (che ha evoluto una denominazione autonoma del suo Dolcetto, il “Dogliani” appunto, con particolarità più specifiche e originali). Un elemento che a Mondovì manca, o meglio, manca come elemento identitario, e che è un collante forse più sotterraneo ma importante di queste manifestazioni.

Al limite, Mondovì potrebbe opporre un elemento forte su un altro piano sensoriale, quello “tattile” diciamo, nel senso di esperienziale, con il volo in mongolfiera che è una specifica della città e che si era cercato di valorizzare. Nel 2012, la Mostra dell’Artigianato si era provata a declinare in chiave multisensoriale, in una fase di transizione dalle precedenti esperienze (più collegate con la tradizione Ceramica, in connessione anche al tentativo di farne una fiera regionale); la cosa è continuata con meno enfasi negli ultimi anni, con la presenza di un maggiore elemento musicale.

Adesso l’aspettativa è legata al “Mondovisioni” dello scorso 2015, che diviene in questo 2016 “Aspettando Collisioni” (come analoghi eventi-satellite di Asti ed altri posti), che positivamente appare declinata per le strade della città invece che isolata, come l’anno scorso, in un singolo spazio.