Andamenti

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GABRIELLA VERGARI

I giorno (lui)

Oddio, sono tutto un subbuglio, un fremito, non sto nella pelle (saranno gli ormoni?).
Quando già non lo pensavo né immaginavo possibile, è invece accaduto! È accaduto a me, proprio a me. Da che l’ho vista, non mangio più, non dormo più, non respiro più, non penso che a lei, non voglio che lei.
Lei è …, lei è …, lei è e basta.
Ed è per me.
Bellissima, perfetta, soffusa nella splendida luce di quelle sue candide penne.
Bianca, quale appellativo più appropriato di questo che è pure il suo vero nome?
Quale parrocchetto più fortunato di me?
Non vedo l’ora che scenda il buio per sognarmela incantato.

I giorno (lei)

Oddio, sono tutta un subbuglio, un fremito, non sto nella pelle (saranno gli ormoni?).
Quando già non lo pensavo né immaginavo possibile, è invece accaduto! E’ accaduto a me, proprio a me. Da che l’ho visto, non mangio più, non dormo più, non respiro più, non penso che a lui, non voglio che lui.
Lui è …, lui è …, lui è e basta.
Ed è per me.
Prestante, perfetto, maschio, nello splendido brillio delle sue penne.
Azzurro, quale appellativo più appropriato di questo che è pure il suo vero nome?
Quale parrocchetta più fortunata di me?
Non vedo l’ora che scenda il buio per sognarmelo incantata.

II giorno (lui)

Pazzesco, se me l’avessero profetizzato non l’avrei creduto! E invece eccomi qui, sì proprio io, a sdilinquirmi come uno sbarbatello. Eppure passerei ore (saranno gli ormoni?) a cippiccippiare con lei.
Adoro tutto di lei.
Sono certo che durerà all’infinito.
Ora lo so, lo so fin dentro le mie profondità più recondite che il colpo di fulmine esiste e pure l’altra metà della mela: si chiama Bianca.
Vedo cuori, amo i cuori, sto nei cuori.
Cip cip, cip cip.

II giorno (lei)

Pazzesco, se me l’avessero profetizzato non l’avrei creduto! E invece eccomi qui, sì proprio io, a sdilinquirmi come una sbarbina ai primi fuochi. Eppure passerei ore (saranno gli ormoni?) a cippiccippiare con lui.
Adoro tutto di lui.
Sono certa che durerà all’infinito.
Chi dice che l’amore eterno non esiste si sbaglia miseramente. Ora lo so, lo so fin dentro le mie profondità più recondite che invece c’è e pure l’altra metà della mela: si chiama Azzurro.
Cip, cip, cip, cip.

I settimana (lui)

Il futuro non mi spaventa. Con Bianca al mio fianco (saranno gli ormoni?) mi sento un eroe, un gigante. Lei mi dà una carica ed un’ energia mai prima sospettate. Il mondo è davvero un posto migliore da quando lo divido con lei.

I settimana (lei)

Il futuro non mi spaventa. Con Azzurro al mio fianco (saranno gli ormoni?) mi sento capace di tutto. Lui crede in me e mi fa sentire come mai prima nessuno. Il mondo è davvero un posto migliore da quando lo divido con lui.

I mese (lui)

Oggi l’ho ringraziata d’esistere. Sì, è vero, ci ho messo un bel po’, prima di dirglielo. Ho dovuto superare il diaframma dell’imbarazzo e della timidezza. Quanto a cippiccippiare non conosco rivali, ma con le parole è tutta un’altra cosa. E tuttavia, non lo credevo, ma (saranno gli ormoni?) appena ho aperto il becco, il resto è venuto giù di fila con tanta spontaneità, tanta naturalezza. E’ stato veramente un momento sublime e (quasi mi vergogno ad ammetterlo) mi sono commosso.
Bianca mi rende un parrocchetto migliore.

I mese (lei)

Mentre me lo diceva – e m’ha preceduto di poco, perché stavo per dirglielo io che lo ringrazio d’esistere – ho provato un’emozione così profonda che ho creduto (saranno gli ormoni?) di morire. Non finirò mai d’essere grata alla vita per aver messo Azzurro sul mio cammino. E anzi mi chiedo: ma come facevo prima di incontrarlo anche solo ad immaginare di potere camminare? Verso quali mete ritenevo di dirigermi? Che percorsi mi si potevano mai aprire senza l’ Amore della mia vita?

II/III/IV mese (lui e lei)

Cip, cip, cip, cip.

V mese (lui)

Sono sconvolto, pazzo di felicità. Sta accadendo anche a noi: l’eterno ciclo della vita che si rinnova e perpetua. Bianca ed io avremo dei piccoli.
Da quando lo so, non mi sento più io (saranno gli ormoni?)
Non ho un minuto di libertà, il mondo mi si sta capovolgendo. Devo provvedere al nido.
Non lo credevo, ma è una responsabilità pazzesca.
Ieri notte ho sognato mio padre. Mi si faceva vicino, sempre più vicino, tanto vicino che ad un certo punto si è annullata ogni differenza e mio padre era me ed io ero mio padre. Non ho ancora capito se ho avuto un incubo o un’investitura, una sorta di passaggio di consegne del tipo: “benvenuto al club”.

Sei giorni dopo (sempre lui)

Bianca è incantevole, e poco importa se non riesco più a cippiccippiare con lei come una volta: mi pare di sciuparla, è così fragile. Mi squaglio di tenerezza e la amo, la amo ogni giorno di più.
Certo, non mi si mostra più come la parrocchetta sexy degli inizi, quando non potevo letteralmente starle lontano e mi faceva girare la testa col suo solo profumo. E’ la mia donna e la madre dei miei figli. Il nostro rapporto è volato più in alto, molto più in alto.

Sei giorni dopo (lei)

Azzurro mi preoccupa. Mi sembra stanco, affaticato, sconvolto da quel che ci sta succedendo. Una volta trovava il tempo di parlarmi dei suoi progetti, si interessava dei miei sogni, delle mie attese.
Sì, lo so che (saranno gli ormoni?) la paternità non è un processo facile per nessun maschio adulto, ma ho un po’ di nostalgia di quei tempi. Vorrei sentirmi la Bianca degli inizi, non solo la futura madre dei nostri frugoletti.
Eppure ieri, quando mi sono accostata, Azzurro si è spaventato moltissimo e mi ha richiamato al dovere della cova. Non vedo l’ora che nascano i piccoli, così tutto andrà apposto e ritornerà ad essere perfetto come sempre, anzi se possibile di più. Io e Azzurro ci terremo per le zampe mentre i nostri pulcini spiccheranno i loro voli e sarà così bello, così bello…
Vorrei soltanto che Azzurro non si agitasse in questo modo, mi mette in una condizione d’ansia (e ad essere sincera pure un po’ di tristezza).

Qualche giorno dopo (lui)

Vai a capire le parrocchette! Solo perché le ho detto che mi sembrava più rotondetta di prima, Bianca mi ha fatto una sfuriata che levati. Non credevo che il candido involucro di quelle sue penne potesse contenere tanta rabbia repressa. Perché nasconderlo, ci sono rimasto male, anzi malissimo. Non volevo offenderla, miravo ad un commento carino, da marito affettuoso. Come dirle, guarda che non devi preoccuparti se ogni tanto non sei in forma e ti mostri meno bella. Io ormai non ci faccio più caso.
Ma (saranno gli ormoni?) se n’è venuta rinfacciandomi che la trascuro, che non le presto più attenzione, che la do per scontata. E dico, con quale coraggio può sostenere che io non le presto più attenzione? E allora lei che, tutta presa com’è dai suoi compiti, al mattino non mi rivolge più nemmeno un misero cip cip?

Qualche giorno dopo (lei)

Valli a capire (saranno gli ormoni?) questi maschi, con la loro sensibilità da elefanti, goffi nei sentimenti più che gli struzzi nei movimenti. Ma come, perché diamine dovrebbe farmi piacere che mi trovi sformata? non lo sai che passo il mio tempo immobilizzata, a proteggere e covare i tuoi figli? Che poi lo vorrei capire perché se i figli si fanno in due a me toccano tante più sofferenze che a te.
Oddio, che ci sta succedendo?
Dov’è l’Azzurro di cui mi sono innamorata?
Non vedo l’ora che nascano i pulcini, sono arcistufa di questa attesa infinita e sfiancante.

Tempo dopo (lui)

È un miracolo. Ho assistito alla schiusa, uno, due, tre… Le testoline hanno fatto via via capolino, una dietro l’altra, come fossero soldatini. Sì, le reclute della nostra vita. Stento a contenere tanta felicità!

Tempo dopo (lei)

Vorrei non essere stata così egoista ed essermi mai lamentata delle mie sofferenze. Ripasserei tutto quanto di nuovo pur di rivivere un’altra schiusa. Non ci sono parole: è stato il miracolo della vita, dell’amore, del nostro amore.
A proposito, dov’è Azzurro? Possibile che quando c’è più bisogno di lui, sul più bello si dilegui? Presto, i piccoli hanno fame e reclamano, altro che se reclamano.

Epilogo A) (lui)

Fosse solo reclamare!
Non si dorme più, non si mangia più, quasi non si vive più. Ci sono i piccoli ovunque e dovunque. Hanno fame, freddo, sonno, vogliono la fiaba se no fanno i capricci, devi recitare le scenette e quelle che li hanno divertiti ieri non vanno più bene oggi. Poi, quando pensi di aver finito, ecco che devi ricominciare tutto daccapo. Bianca è sempre più stanca, intrattabile. L’altro giorno l’ho guardata mentre accudiva uno dei nostri figli e (saranno gli ormoni?) mi sono spaventato, perché piuttosto che intenerirmi come avrebbe dovuto, questa scena mi ha scoraggiato. Mi è parsa una premonizione sul mio futuro, sempre più invaso dai pulcini, solo e soltanto dai pulcini.
Detto tra l’altro in confidenza mi pare che Bianca sia ingrassata davvero. Il suo piumaggio mi sembra un po’ opaco e quasi mi chiedo dove sia lo splendore soffuso che m’ha preso così tanto quando la nostra storia è iniziata.
Non vorrei, davvero non vorrei, ma da recente sempre più spesso mi sorprendo a domandarmi come sia potuto finire in questa trappola. Non era questa la felicità che mi aspettavo e passare il resto della vita al fianco d’una parrocchetta come la mia mi sembra una condanna insopportabile. Con buona pace dei pulcini e tutto il resto, devo pensare a me stesso, non voglio finire come mio padre.

Epilogo B) (lui)

Fosse solo reclamare!
Non si dorme più, non si mangia più, quasi non si vive più. Ci sono i piccoli ovunque e dovunque. Hanno fame, freddo, sonno, vogliono la fiaba se no fanno i capricci, devi recitare le scenette e quelle che li hanno divertiti ieri non vanno più bene oggi. Poi, quando pensi di aver finito, ecco che devi ricominciare tutto daccapo. Bianca è sempre più stanca, intrattabile. L’altro giorno l’ho guardata mentre accudiva uno dei nostri figli e (saranno gli ormoni?) mi sono spaventato, perché piuttosto che intenerirmi come avrebbe dovuto, questa scena mi ha scoraggiato. Mi è parsa una premonizione sul mio futuro, sempre più invaso dai pulcini, solo e soltanto dai pulcini. Sono rimasto così turbato che durante la notte ho fatto un sogno terribile. Io e Bianca eravamo uno di fronte all’altra e ad un certo punto litigavamo. Cominciava per gioco, quasi fosse una schermaglia d’amore. Ma presto la situazione degenerava. Bianca cominciava a beccarmi dolorosamente, con colpi che crescevano d’intensità. Sulle prime resistevo, ma poi il gioco si faceva molto più serio e capivo che dovevo difendermi, altrimenti ne sarei uscito malconcio. E insomma per farla breve e senza dilungarmi sui particolari, alla fine la prendevo al collo. Ma appena prima di stramazzare al suolo morta, lei aveva la forza di beccarmi la testa, spaccandomela. Mi sono svegliato anelante e sconvolto. Sulle prime ho perfino faticato a distinguere la realtà dall’incubo. Poi mi sono guardato intorno e ho scorto Bianca accanto a me. Doveva essersi appisolata da poco, con uno dei pulcini sotto l’ala. E allora ho capito, ho sentito, che la vita era lì affianco a lei, costasse quel che costasse.

Epilogo C (lei)

Saranno gli ormoni, ma i maschi si rendono davvero conto degli oneri che lasciano alle femmine? Mi spiace, mi spiace proprio ammetterlo, ma Azzurro mi sembra ogni giorno così immaturo, così inadeguato. A parte che il suo piumaggio sta già cominciando a diradarsi (un po’ precocemente, direi), non fa che accampare pretesti, rivendicando i suoi spazi. Ma dico, non dovrebbero essere gli spazi di tutti? I miei, per esempio, che ordine occupano nella sua graduatoria? E i pulcini, poi. A volte sembra perfino che gli diano fastidio, che li trascuri. Facile accollarmeli, tanto io che altro ho da fare? Sono la mamma, tocca a me dalla notte dei tempi. E allora vorrei sapere, che cosa vuol dire essere padri?
E poi, dove sono andati a finire i nostri sogni insieme? Dove la felicità tante volte prefigurata?
Non vorrei, davvero non vorrei, ma da recente sempre più spesso mi sorprendo a domandarmi come sia potuta finire in questa trappola. Non era questa la vita che mi aspettavo e passare il resto dei miei giorni al fianco d’un parrocchetto come Azzurro mi sembra una condanna insopportabile. Con buona pace dei pulcini e tutto il resto, devo pensare a me stessa, non voglio finire come mia madre.

Epilogo D (lei)

Saranno gli ormoni, ma i maschi si rendono davvero conto degli oneri che lasciano alle femmine? Mi spiace, mi spiace proprio ammetterlo, ma Azzurro mi sembra ogni giorno così immaturo, così inadeguato. A parte che il suo piumaggio sta già cominciando a diradarsi (un po’ precocemente, direi), non fa che accampare pretesti, rivendicando i suoi spazi. Ma dico, non dovrebbero essere gli spazi di tutti? I miei, per esempio, che ordine occupano nella sua graduatoria? E i pulcini, poi. A volte sembra perfino che gli diano fastidio, che li trascuri. Facile accollarmeli, tanto io che altro ho da fare? Sono la mamma, tocca a me dalla notte dei tempi. E allora vorrei sapere, che cosa vuol dire essere padri? Dove sono andati a finire i nostri sogni insieme? Dove la felicità tante volte prefigurata?
Eppure l’altra notte ho sognato che lo cacciavo via, via definitivamente da me, dalla nostra esistenza. Mi sentivo leggera, leggera. Ma all’improvviso un pulcino mi chiedeva: “ Dov’è papà, perché non torna?” e all’improvviso sentivo anch’io un gran vuoto e avevo freddo, tanto freddo. Allora mi sono svegliata di soprassalto e tutta agitata. Azzurro dormiva al mio fianco. Sembrava inerme, fiducioso. Ad un tratto nel sonno si è mosso ed ha allungato un’ala verso di me. Allora ho capito, ho sentito, che costasse quel che costasse la vita era lì affianco a lui. Mentre dormiva gli ho dato un bacio, uno dei pulcini ha aperto un occhio e ha bofonchiato: “Siete patetici”, ma si vedeva che non lo diceva sul serio, perché prima di riaddormentarsi ha disteso il volto tutto compiaciuto.

Andamenti si trova in Species. Bestiario del Terzo Millennio, Boemi (Ct), 2012

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(Illustrazione di Franco Blandino)