Amorevole arte: invito ad una mostra.

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LORENZO BARBERIS

(articolo per “Margutte”)

Mondovì sta vedendo, in questo scorcio di 2015, un notevole fervore dell’attività artistica, di cui abbiamo riferito con una certa completezza qui su “Margutte”, anche data la buona qualità, secondo noi, di questo parterre di mostre. Abbiamo parlato della mostra della valida scultrice francese Veronique Massenet alla “Meridiana” e della mostra di Gabriella Malfatti organizzata dalla Città di Mondovì in modo istituzionale. In seguito tratteremo anche dell’esposizione dell’artista Ciro Buttari nel suo Atelier, della mostra dedicata all’Ottocento monregalese in Palazzo di Città, e della interessante progetto di “Piazza d’Arte”. Insomma, a fianco del rinnovamento estetico di Mondovì Breo con la pedonalizzazione, anche l’arte cittadina mostra una certa vitalità.

Ma c’è una mostra in particolare che ci tenevamo a evidenziare: “Amorevole Arte”, esposizione pittorica dedicata ai “talenti speciali” di giovani ragazzi autistici, che tramite l’arte-terapia possono trovare un modo per dare espressione al loro mondo interiore. “L’arte libera e annulla le barriere”, recita l’efficace motto della mostra stessa.

La cosa che sorprende il visitatore è come le opere presentate abbiano una loro validità autonoma, al di là del pur meritorio scopo terapeutico, proprio come opere d’arte a sé stanti, nell’ambito ovviamente dell’arte astratta contemporanea.

L’astrazione classica, infatti, è in primo luogo uno studio sulla forma e sul colore in forma pura, slegati da ogni illusorio scopo “figurativo”, che raggiunge il suo vertice nel Suprematismo russo. Gli artisti hanno dovuto imparare a spogliarsi di un retaggio “figurativo” per poter cogliere la purezza assoluta di forme e colori, raggiunta da Malevic e gli altri membri dell’avanguardia, ma anche da autori come Paul Klee, Mondrian e innumerevoli altri.

Lo stesso avviene in questi ragazzi, forse perché meno condizionati dagli stereotipi dell’educazione artistica media che riceviamo (non solo, ovviamente, nel senso della materia scolastica, ma della pluralità di imput collettivi), forse per la loro autonoma capacità e bravura nell’operare sulle forme. Le loro opere hanno infatti una notevole forza estetica, specialmente quando, a mio avviso, si separano completamente da ogni forma “figurativa”, e diventano intuizione di colore puro e di forme semplici.

Il lavoro più bello ci pare quello sulla linea, che si pone come puro segno, segno allo stadio zero che si attorciglia sul colore come un enigmatico geroglifico, scolorandolo in una pallida traccia chiara. Tuttavia, sono interessanti anche quelli che introducono masse e forme estremamente semplificate, a volte col pretesto di un paesaggio colto in modo essenziale.

Altri ragazzi invece scelgono la figura, colta in modo naif, ma anche qui, con quadri che mantengono una loro essenziale efficacia. Insomma, una mostra davvero riuscita, che permette di cogliere un aspetto interessante, e spesso poco conosciuto, della scena dell’arte locale.

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AUTISMO E AMOREVOLE ARTE 
Dal 6 al dicembre 2015, dalle 9,30 alle 19,30
Mondovicino – Locale 1.