Il ballo delle riluttanti

Opera di Giulio Maffii per Lamantica Edizioni

Mafii

Giovanni Senzaterra, re d’Inghilterra, si reca ad Angers in Francia nel tentativo di mantenere un trono probabilmente non suo. Nello stesso momento, in un altro tempo, qualcuno entra nel regno degli esclusi durante un ballo per il debutto in società. Le voci si interfacciano, i soggetti si confondono. Si racconta qualcosa per narrare qualcos’altro.

La caduta provoca mutazioni
nel tono della voce
lo sanno bene le debuttanti
che rinunciano all’urlo
alle tentazioni
strette affamate chiuse
ciottoli di respiro
e tutto ha una risposta
una corrispondenza
un tratto di luce
tra spazio e corpo

***

Questo chiodo piantato
tra la gola e la parola
la sterpaglia degli oggetti
e qualcuno si attardava alla vostra voce
vi compenetrava
si faceva vivo
La preveggenza e gli oroscopi
sono stati un azzardo
niente più
l’essenza di una inutile battaglia
Ci siamo persi nel punto non geometrico
La parola vola sotto traccia
deflagra quel che resta
senza faccia

***

La distanza delle cose
è ferma tra noi
e le memorie altrui
Ognuno prepara la sua bara
raccogliendo legno riciclato
la nostra offerta trova spazio
e rifiuti nello stesso istante
Qui è tutto un brandello
qui tutti si lamentano
le polveri depositate sulle case
nelle parole non esplose

***

Gli oggetti si lamentano in silenzio
precedono una nuova edizione del mondo
Perdiamo sempre qualcosa di importante
per fortuna destino o distrazione
Riaffiorano impossibili nella circolarità
degli eventi o nella cronologia sbiadita
non servono miracoli per ricucire
lo smottamento dei corpi
è necessaria qualche parola in controluce
e la sbarra per gli esercizi
a pochi centimetri dal suolo

***

Dormono fino a piovere
la titubanza non è ammessa
nei traffici mnemonici
Dormono fino a spiovere
e i corpi sottomessi alla vanità
finalmente si abbandonano
Vestirsi in lungo
ed accorgersi che la stanza risuona in 7/8
ci troviamo fuori luogo
dentro la pietra
un ruolo di scorta
la fila la porta i lacci delle scarpe
ma sei dimenticato
già prima del ballo
messo dentro gli esclusi
la tua appartenenza

«La musica tra la gola e la parola.
Forzando un’immagine tratta dell’emozionante e densissimo testo di Maffii, vorremmo sottolinearne la riuscita musicalità. (…) “Il ballo delle riluttanti” possiede altri elementi, profondi e direi conturbanti, che rimandano alla composizione musicale. Mi riferisco proprio alla necessità di dover raccontare l’esclusione, l’esclusione dalla vita, dalla realtà, dal senso, infine dalla possibilità di raccontare perfettamente. Questa esclusione porta a un accanirsi espressivo, e forse qui ha origine la necessità della parola poetica: quel dover dire, senza poter dire.»
(Dall’Introduzione di Giovanni Peli)

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Giulio Maffii è poeta e traduttore. Ha diretto la collana di poesia contemporanea per le Edizioni Il Foglio, è redattore della rivista “Carteggi Letterari”. Ha pubblicato “L’umiltà del poco” (2010 Akkuaria), “L’odore amaro delle felci” (2012 Ed. della Meridiana) con cui ha vinto il premio Sandro Penna per l’inedito, “Agli zigomi delle finestre” (2013 E.P.C), la raccolta di racconti “La caduta del tempo” (2008 Il Foglio).
Suoi lavori sono stati tradotti in spagnolo, inglese e romeno. Nel 2013 è uscito per Marco Saya Edizioni il saggio breve “Le mucche non leggono Montale). Nel 2014 , dopo aver vinto il Premio Castelfiorentino con “Arische rasse. – Novella di guerra”, ha pubblicato per lo stesso editore “Misinabì”. Sempre nel 2014 un suo saggio, “L’Io cantore e narrante dagli aedi ai poeti domenicali: orazion picciola sulla parabola dell’epos”, è stato pubblicato da Bonanno Editore nel volume “Con gli occhi di Giano. Narrazioni e unità delle scienza umane”.

Lamantica Cultura – Associazione di Brescia

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