Vademecum per una mostra

Mirko Andreoli

Mirko Andreoli

FULVIA GIACOSA.

All’interno di una serie di appuntamenti (dal 17 al 25 ottobre) promossi dalla Polisportiva Libertas di Morozzo, ha preso avvio la bella mostra “Sulle orme di Delleani. Guardare ad altezza d’erba”, collocata in tre sale ricavate nelle scuderie del Castello che era la dimora in campagna di Giovanni Vignola e di sua moglie Giuseppina Perratone-Armandi, i quali ne avevano fatto luogo di ritrovo per letterati ed artisti tra Otto e Novecento, tra cui Delleani, Bistolfi e Giani (una sala della casa, visitabile, ne conserva memoria).

Ventotto  autori, di generazioni diverse ma quasi tutti operanti nel territorio regionale, hanno aderito all’iniziativa accettando la sfida di misurarsi con il tema del paesaggio, da molta critica attuale “considerato ormai superato e pertanto improponibile” (Enrico Perotto, presentazione in catalogo) ed hanno operato sul luogo,  traendo ispirazione dal grande giardino all’inglese del castello e reinterpretando il tema naturale sulle corde della propria storia espressiva.

Gemma Asteggiano, Luce verde

Gemma Asteggiano, Luce verde

Da alcuni il veduto è sintetizzato nelle sue forme essenziali (Gemma Asteggiano, Sandro Lattes, Corrado Odifreddi, Luigi Sostegni) fino a rasentare l’astrazione o a sceglierla appieno (Cesare Botto, Adriana Giorgis, Gian Piero Viglino).

Moira Franco

Moira Franco

Non mancano opere dalla forte materialità (Chiara Cinquemani, Roberto De Siena), né pregnanti restituzioni grafiche (Stefano Allisiardi, Mirko Andreoli, Moira Franco, Nicola Oliveri, Marco Tallone), mentre quasi fotografica è l’iperrealistica restituzione dello stagno di Walter Falco.

Bollano e Peano, Quando il lago si oscura

Bollano e Peano, Quando il lago si oscura

Partendo dallo specchio d’acqua del giardino morozzese, Cristina Bollano e Paolo Peano  lavorano sul contrasto nero del fondo e l’emergenza candida di ninfee cartacee dagli steli colorati (fili elettrici).

Odello, R. M.

Odello, R. M.

Operano sulla tridimensionalità Marco Odello con un elegante e suggestivo incastro marmoreo (l’artista, che non disdegna la grafica, ce ne offre una prova in “Giona”, a tecnica mista) e Claudio Signanini che ci invita a guardare attraverso un tronco tagliato l’immagine evanescente retrostante.

Formisano, Merli a convegno

Formisano, Merli a convegno

Se Luc-François Granier sceglie per l’occasione il tradizionale olio su tela dai colori dissonanti, Lorella Lyon utilizza una tecnica mista per sprofondarci in orizzonti lontani. Giuseppe Formisano invita uno stormo di merli a convegno nel parco di Morozzo, tra alberi a puro contorno su cui sorvola una forma geometrica, quasi una tecnologica arca di Noè che salvaguarda la natura.

Tealdi, Amigdala

Tealdi, Amigdala

Al tema del giardino come luogo della memoria si accostano alcuni artisti. Enrico Tealdi titola efficacemente “Amigdala” ( che sovrintende la memoria emozionale) l’immagine soffusa di un bosco dalla patina scurita dal tempo interiore.

Guolo, Nursery

Guolo, Nursery

Daniele Guolo ci regala un lavoro raffinatissimo (“Nursery”) frutto di una ricerca laboriosa e sempre più convincente: l’artista ritaglia sulla superficie bianca cornici fiorate da cui affiorano figure di un tempo infantile, sospese su un vaso orientaleggiante i cui segni invitano ad un percorso serpeggiante tra steli fogliati, mentre in alto volano le cicogne, quelle stesse che nidificano sul castello la cui immagine affiora alla base del vaso.

Grazia Gallo

Grazia Gallo

Sono stati d’animo quelli che vengono evocati da Grazia Gallo che fa della fusione tra superficie e profondità, per successive sovrapposizioni di colore, il contrastato e sfuggente luogo dell’anima abitato da vaghe sagome che affiorano dal profondo.

Romina Mandrile

Romina Mandrile

Fedele alle sue figure contemporanee che interpretano quelle del mito, Romina Mandrile delinea con tratto lieve una ninfa dei boschi, incoronata dai rami fittamente intrecciati su cui sta come in vedetta un airone a difesa della natura e dell’essere umano.

Giorgio Giordano

Giorgio Giordano

Denso di intima consonanza col bosco del castello, consonanza suggerita dall’armonia dei colori luminosi in gamme azzurre e violette, è l’acrilico di Giorgio Giordano che ruba come un’istantanea (pennellate rapide e gestuali) la passeggiata di due donne d’oggi tra alberi secolari.

Ho lasciato per ultima l’opera di Ugo Giletta che “gioca” a fare un Delleani nella scelta descrittiva del titolo (“Sequoia secolare”), nella collocazione  di un vecchio cavalletto, della palette e dell’olio all’antica con un sentiero che si incunea tra gli alberi. Operazione che ha divertito l’autore nell’agosto di quest’anno e  che qui svela una sua parte nascosta, di intimo rapporto col passato, scegliendo un momento di serena immersione nella natura e della sua tradizionale restituzione; operazione che gira a noi la questione con leggerezza ed ironia.

Ugo Giletta

Ugo Giletta

La mostra è visitabile al pomeriggio, fino a domenica 25 ottobre 2015 (tel. 335.6629993).