Concretezza visiva alle parole

Caporale nel suo laboratorio

Francesco Antonio Caporale e la sua arte

ELISABETTA MERCURI

Una produzione artistica che spazia tra le tecniche più svariate attraverso la sperimentazione di innumerevoli generi di materiali. Pittore, scultore, scenografo, nato a Lamezia Terme dove vive ed opera, Francesco Antonio Caporale è figlio d’arte. La sua passione, il suo talento, fanno parte di una predisposizione artistica ereditata dalla tradizione familiare.

Caporale con una sua scultura

Il suo operare è una continua rigenerazione di territori creativi. Risalgono ai primi anni ’80 le sue installazioni “Fantasie neobarocche”, nate nel solco concettuale della Transavanguardia. Nello stesso periodo, ispirato da “I viaggi di Gulliver” di Jonathan Swift, realizza una serie di disegni ad inchiostro e pastelli, oltre a tele di grande formato.

La sua tendenza a sperimentare dissolve i confini tra i vari linguaggi espressivi. Nelle sue creazioni: forme che attraversano il tempo, racconti che parlano di storia e di mitologia. Ma anche di un proprio sentire che rivela la consapevole appartenenza ad un territorio e che trova piena espressione in quei lavori recenti ispirati dalla poesia di Franco Costabile.

piatto scultura 2

I versi del suo conterraneo alimentano il suo spirito narrativo, scavano nella sua memoria, intessono i suoi percorsi creativi di suggestioni lontane. Sulla carta, sulle tele, nelle sculture, il pensiero di Costabile viene trasposto in un ricco immaginario. Caporale coglie l’essenza di quella poetica che racconta il proprio territorio, il suo passato. Tra forme e colori, si rincorrono simboli, frammenti di un quotidiano antico, paesaggi e vissuti ridefiniti in nuove combinazioni testuali e temporali. Per Caporale, la poesia di Costabile rimane ancora pensiero da indagare, stimolo di riflessione per scoprire nuove dimensioni interpretative.

Ma la sua produzione è oltremodo feconda, di particolare interesse le sue opere relative ai temi dell’arte sacra. Crocefissi, tabernacoli ed altri arredi scultorei arricchiscono centri religiosi e santuari calabresi.

arte sacra

Il suo pensiero creativo nasce, dunque, da mille spunti e da diverse matrici, come quella ambientalista che trova singolare interpretazione nell’opera in terracotta ingobbiata “L’albero delle mani”, immagine simbolica che indica nuove vie per ritrovare l’armonia tra l’uomo e la natura.

scultura l'albero delle mani

Tra le sue ultime creazioni: piatti in ceramica le cui raffigurazioni – spiega l’artista -intendono dare concretezza visiva ai concetti, alle parole, ai pensieri. Caporale ne immagina il flusso, li traduce in materia, ne inventa le forme. Prodigi di un percorso artistico indirizzato ad esplorare diverse vie d’espressione.

Un percorso ben raccontato nel suo studio laboratorio: una gran varietà di opere esposte nel loro spazio originario, là dove un antico dialogo tra materia e forma continua a sublimare quell’amore per il fare artistico tramandato da più generazioni.

piatto ceramica 2

Francesco Antonio Caporale, nel corso della sua intensa attività lunga oltre un trentennio, ha esposto in varie città italiane e all’estero. Fa parte degli oltre sessanta artisti che hanno donato le loro opere, per la recente realizzazione, a San Pietro a Maida, del Museo “Marte-Arte territorio, Etnografia”.

Partecipa, inoltre, con la sua tela “Dai racconti dell’albero… L’equilibrista del melograno”, all’evento espositivo “La natura all’origine dell’arte: l’arte cibo per la mente”, allestito nel Museo Civico di Taverna, patrocinato ufficialmente da Expo Milano 2015 (visitabile fino al 31 ottobre).

L'opera esposta al Museo di Taverna (2)