Intervista a Gabriela Szuba

fariglioni di gotham

LORENZO BARBERIS

Oggi intervistiamo una pittrice che da poco si è affacciata sulla scena artistica delle nostre zone. Nata in Polonia nel 1974, Gabriela si trasferisce in Italia nel 2000, dopo la laurea in economia, ma solo di recente ha iniziato un vero e proprio percorso artistico ed espositivo: questa è infatti la sua prima intervista e noi, come Margutte, siamo molto felici di ospitarla. Gabriela attualmente è in mostra presso il Museo Etnografico di Sampeyre (vedi locandina a fondo pagina) dove chi vuole potrà ammirare dal vivo i suoi lavori.

 

Lemuria

 

Cara Gabriela, grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande. Innanzitutto, come nasce il tuo avvicinamento al mondo dell’arte? Qual è stato il tuo percorso formativo in quest’ambito?

Grazie a te Lorenzo. Sono davvero onorata ed emozionata per questa mia prima intervista!

In verità non ho alcuna formazione artistica specifica, ma mi sono promessa che prima o poi frequenterò un’accademia. Già da ragazzina consideravo l’arte un hobby per me importante: quando però è stato il momento di scegliere la scuola non ho avuto il coraggio di tentare ad entrare nel liceo artistico, non mi sentivo all’altezza, e così ho studiato tutt’altro. Mi sono poi laureata in economia e commercio che con l’arte non ha proprio niente a che fare…

Ho dipinto qualche tela appena arrivata in Italia – circa quindici anni fa – poi per lungo tempo niente; circa sei anni fa ho iniziato con qualche pezzo figurativo semplicemente acquistando una rivista “a puntate”, una specie di fai da te sulla pittura ad olio.. Poi pero è nata la mia prima figlia, poi mio figlio e di nuovo una lunga pausa… Ho ripreso l’anno scorso ma questa volta con un qualcosa in più che non so spiegarti… un forte entusiasmo e un’immensa voglia di creare! Mi sono buttata sull’acrilico e sulla ricerca di uno mio stile nell’astrattismo.. qualche “fallimento” iniziale ma adesso posso dirti che la strada si fa sempre più delineata.. qualcosa sta prendendo forma…

Specchio di trasmutazione

I tuoi paesaggi che evocano mondi onirici fanno pensare, per certi versi, alla metafisica e al surrealismo. Quali sono – se ci sono – i riferimenti a cui ispiri la tua produzione artistica?

Hai detto bene! La metafisica è molto presente nella mia vita, posso dire quasi da sempre. Quindi quando la mia ricerca mi ha portato sulla via di quel paesaggio surreale, onirico, ho subito sentito un forte richiamo… era la mia strada! Mi ha aiutato molto l’automatismo psichico, ovvero quel processo in cui l’inconscio, quella parte di noi che emerge durante i sogni, emerge quando siamo svegli associando liberamente parole, pensieri e immagini senza freni inibitori e scopi preordinati. Tutto questo ha risvegliato in me un enorme entusiasmo: adoro questa parola, il suo senso etimologico profondo: dal greco, “mettersi in contatto con il divino che c’è in me”… non è magnifico? Byron dice che l’entusiasmo non è altro che l’ubriachezza morale… Beh, vorrei rimanere sempre ubriaca!

Ingresso all’Ade

Dato che “Margutte” è una rivista innanzitutto di poesia e altre scritture, ci piace capire quali sono i riferimenti letterari più importanti per gli artisti che contattiamo. Quali sono, quindi, le tue letture?

Premetto che ho intrapreso una strada già molti anni fa: fin da bambina mi facevo le domande su chi sono e perché lo sono. Varie appartenenze religiose non mi hanno dato le risposte che cercavo: mi sentivo sempre insoddisfatta.

Quindi oggi procedo alla ricerca senza alcun freno di un qualsivoglia dogma: ho spalancato le porte ad ogni possibilità e ogni nuova informazione la lascio “lavorare” dalla mia “pancia”, dal mio sentire. Ho spalancato le porte alla conoscenza: le mie letture sono ormai totalmente in tema della ricerca spirituale, crescita interiore. Sono affamata di conoscenza per far crescere la coscienza.

Principalmente divoro la saggistica sempre inerente a questi temi ma non disdegno un buon romanzo mettendo al primo posto Paulo Coelho (ho quasi tutti i suoi libri), Dan Brown o James Redfield con la sua stupenda Profezia di Celestino e le seguenti Illuminazioni.

In effetti molti titoli delle tue opere, e il titolo stesso di quest’ultima mostra, dedicato agli “universi della dea”, lasciano presagire un certo tuo rimando a una cultura in ampio senso “ermetica”. E’ così?

Sì, la mia arte va di pari passo con me, con la mia ricerca del profondo sapere. Per quanto riguarda i titoli delle mie opere e della mostra, bisogna dire che la cultura patriarcale per secoli ha demonizzato la figura della donna, sottomettendola a volte con brutalità, con il solo fine di relegarla a compiti o ruoli marginali, Le false credenze ed l’ignoranza diffusa culminarono addirittura con la caccia alle streghe, nella quale migliaia di donne persero la vita.

Nella serie di opere “Gli effimeri universi della Dea” intendo giocare con questa rete invisibile fatta di dee, sibille, sacerdotesse e sciamane, rendendo loro omaggio, narrando del loro Universo che nonostante tutto è sopravvissuto. lo lo immagino con il volto di donna! E’ un Universo magico, anzi mille Universi come i volti, le sfumature, i talenti, le energie, le profondità – è tutto ciò che per millenni è stato schiacciato, demonizzato e che adesso emerge.

Secondo me è arrivato il momento di dargli il giusto e meritato spazio. E’ arrivato il momento di riconoscere e rispettare la Dea: i tempi sono maturi.

Ponte di Arcadia

Per concludere, una domanda classica. Quali pensi possano essere i progetti e gli sviluppi futuri della tua attività artistica?

A questa domanda non mi è facile trovare una risposta! Considerando che con questa mia ricerca artistica ho iniziato appena un anno fa, solo da un anno ho iniziato ad esporre. Ad oggi ho già partecipato a quasi una ventina di esposizioni, ho costruito il mio sito www.gabrielaszuba.com, qualche giorno fa ho vinto il mio primo premio, il “Premio speciale della giuria” alla quarta edizione della rassegna internazionale di Montecosaro, da poco sono partire alcune opere per le esposizioni in Sud America – Brasile ed Argentina – e questa è in assoluto la mia prima intervista, sono già estremamente felice e soddisfatta, e immensamente grata.

Se il buon giorno si vede dal mattino, non saprei proprio dove tutto ciò mi porterà! L‘importante è lasciare le porte sempre aperte, e… lasciare fluire. Lasciare che sia.

Non ci resta che ringraziare di cuore Gabriela per la disponibilità dimostrata e invitarvi a visitare la sua attuale esposizione, di cui alleghiamo il manifesto per tutte le informazioni necessarie. Buona visione, e alla prossima intervista con l’arte…
 

 
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In copertina: “I Fariglioni di Gotham” e fotografia dell’autrice.

Le fotografie (autorizzate) sono opera dell’autore dell’articolo