LORENZO BARBERIS
Tra le varie mostre di Maggio a Mondovì la più interessante è stata probabilmente la più recondita e meno pubblicizzata: l’esposizione di ex-libris inerenti alla Grande Guerra (di cui ricorre il centenario dell’avvio, 1915-2015) presso il Museo della Stampa.
Ci introduce un cartello esplicativo con varie definizioni di Ex Libris, di cui una, la più vecchia, è quella di Tal R.E.Sangermano (Sangermanus Rex, invece di Conte?) del 1910. Dati i recenti sviluppi del mio culto echiano per Saint Germain, una bizzarra conferma.
La Morte è la grande protagonista, ma non in chiave sofferta, bensì profondamente medioevale, come ridente protagonista della Gran Festa crudele (vedi anche l’immagine di copertina).
Altrove la Totentanz si ammanta, come qui sopra, di caratteri più drammatici, ma anche qui più ripresi dal romanticismo gotico più che già compunta riflessione novecentesca.
Non mancano rimandi leziosi che a noi oggi appaiono incongrui, come la crocerossina che medica Cupido ferito (e che ovviamente si presta a un ovvio, malizioso ma molto casto nella figurazione, significato simbolico), oppure patetici più convenzionali, come qui sotto la contadinella scalza che piange il suo amore caduto.
Il bello degli Ex-Libris è proprio questa libertà stilistica, che concentra più interpretazioni del mondo, come temi e segni, in un minuscolo spazio vitale.
Non mancano così, nella folla di immagini, alcune decisamente iniziatiche: un puer Sigfridus che combatte, per l’Aquila d’Austria, il drago multiforme dei suoi nemici; un Golem devastatore simbolo della furia tedesca, e le colonne del tempio massonico, si direbbe, spezzate dalla malapianta bellica.
Insomma, una bella mostra, che segue altre puntate, in passato, su questi piccoli quadratini di possesso che riescono spesso ad essere molto più grandi di quello che la loro limitata funzione e dimensione lascerebbe pensare.