Elisa Citterio, l’arte del violino

Citterio l'arte del violino

GABRIELLA MONGARDI.

Quante voci contiene un violino? Quella delle foreste di abeti rossi coperti di licheni, dei rami mossi dal vento, dei boscaioli che abbattono gli alberi: e ancora i colpi delle scuri e il tonfo dell’albero che cade: e i rumori della segheria dove i tronchi si trasformano in assi, e quelli della liuteria dove il legno diventa violino… E tutte queste voci si sprigionano e si fondono nella trascendenza dell’arte, nell’armonia sublime che un musicista sa trarre dalle sue corde.

“L’arte del Violino” si intitolava il concerto di maggio della Stagione “Mondovì musica” 2014-15, tenuto dal gruppo “L’Estravagante”, un ensemble di recente formazione ma già affermato grazie alle registrazioni di CD e ai numerosi concerti apprezzati sia per la loro freschezza che per l’originalità delle scelte musicali. La loro esecuzione integrale delle Suonate per violino e viola da gamba di Buxtehude, pubblicata nel 20007 dalla rivista Amadeus e da SACD per l’etichetta Arts, ha ricevuto nel 2008 il Supersonic Award dalla prestigiosa rivista Pizzicato. Nella serata in questione l’ensemble si presentava nella forma del trio, composto da Elisa Citterio, violino, Francesco Galligioni, violoncello, Maurizio Salerno, clavicembalo – formazione che permette ai singoli strumenti di spiccare in tutta la loro autonomia e al pubblico di cogliere in tutta la loro purezza le varie linee melodiche

Due sonate per violino di Corelli, il maestro di tutti i violinisti, hanno aperto e chiuso il concerto, mentre al centro si sono alternati Bach e Vivaldi. La sonata BWV 1017 ha il suo vertice nel dolcissimo adagio, mentre la sonata BWV 1021 è un esempio di ‘matrimonio perfetto’ tra violino solista e basso continuo: il solista da solo non sarebbe così espressivo senza il contrappunto del violoncello. Nella sonata III di Vivaldi l’interpretazione mette efficacemente in risalto la struttura antitetica, mentre la sonata VII per violoncello mette a dura prova il virtuosismo del solista. La sonata di Corelli che ha aperto il concerto sembrava una suite di danze, inanellate con tocco delicato e vibrante dalla giovane, talentuosa interprete: in conclusione,  una magistrale interpretazione della “Follia” di Corelli, con una serrata alternanza di ritmi frenetici e lenti e un ben calibrato passaggio del tema fra i tre strumenti, che a tratti diventa un botta e risposta con effetti d’eco, quando non un vero e proprio duello. Una chiusa davvero in bellezza, per un concerto memorabile.