L’Arte di Luca Cassine

LORENZO BARBERIS

La Fiera di Primavera è una delle occasioni più importanti a Mondovì sotto il profilo commerciale; quest’anno l’esposizione si è anche accompagnata a una serie di mostre di indubbio interesse, per un motivo o per l’altro.

Tra queste, la cornice più prestigiosa è stata affidata a Luca Cassine, artista di Bra – già dirigente stile ed accessori della Miroglio d’Alba, attalmente operativo presso Urban Concept Store di Bra  (qui il suo sito) – che ha portato per la prima volta qui da noi la sua ricerca presso Santo Stefano. L’esposizione, come si vede dalla locandina sopra, resterà aperta ancora fino al 10 maggio, per cui consiglio di approfittare per una visita, per ammirare dal vivo il lavoro dell’autore.

L’autore, che qui vediamo a fianco di una delle sue opere più grandi, lavora sul tema delle farfalle, usando ritagli di carta in tale semplice forma per composizioni eleganti e ricercate.

L’autore sceglie per il ritaglio testi pregiati, fortemente evocativi, minuziosamente precisati nelle dettagliate didascalie delle opere. Volumi pregiati, spesso di importante valore culturale, infondono così il loro valore nell’opera proposta. Similmente avviene di altre immagini iconiche che vengono ritagliate e incollate sulla tela, dalle foto di celebrità alla bandiera americana.

Spesso l’intervento avviene anche su carte geografiche, specie politiche, che ben si prestano con la loro poliedricità di colori ad evocare la ricchezza cromatica delle farfalle stesse.

Talvolta le farfalle vengono a comporre anche oggetti d’arte, come questa sedia impossibile che ha un cuscino di farfalle librarie; il mondo, inoltre, è invocato a specchio sullo sfondo.

Le opere, riccamente incorniciate, si amalgamano perfettamente, in modo studiato, nella prestigiosa cornice della chiesa rococò, gli stucchi bianchi delle cornici che rimandano a quelli del traforato soffitto Settecentesco. Anche la musica, ripresa dalla Madame Butterfly di Puccini, offre un adeguato tappeto sonoro.

Il pensiero corre subito a Damien Hirst e alla sua ultima ricerca, che ha investito proprio il tema della farfalla. L’utilizzo però è diverso, perché in Hirst spesso la farfalla va a comporre una struttura che richiama i colori vivaci delle vetrate gotiche, come suggerito anche dalla forma di alcuni quadri: la forma-farfalla è quindi annullata per divenire altro.
In Cassine invece la farfalla è visibile e riconoscibile, al centro dell’oggetto-quadro, a rimarcarne la funzione evocativa, di archetipo diffuso a indicare preziosità e leggerezza a un tempo. In questo, il riferimento – citato dallo stesso artista, è più a “In and Out of Love“.
In questo senso, l’autore braidese si ricollega, tramite la lezione di Hirst, a tutta una tradizione occidentale che ha fatto del simbolismo della farfalla un elemento discreto ma potente sotto il profilo evocativo.

A un livello remoto, l’archetipo della farfalla affonda le sue origini nella cultura greca, dove Psiche era associata simbolicamente a tale animale, simbolo della volatilità dell’Anima.

Un simbolismo che rimase nella concezione dei bestiari medioevali, per poi riemergere con maggior forza con la riscoperta classica del Rinascimento. Dosso Dossi, ai primi del ’500, mostra Giove divenuto pittore che si dedica a dipingere farfalle sulla tela, mentre Hermes tiene a bada Iride, messaggera degli dei, che viene a seccarlo con i suoi impegni di re dell’Olimpo. Dipingere “farfalle” è più importante.

Da lì, in tutto il ’500-’600 la farfalla sarà un simbolo legato discretamente alla Natura Morta (o Still Life, “ancora viva”): i fiori appena recisi (non a caso, tipico tributo funebre) sono il simbolo del passaggio tra vita e morte, e la farfalla in un angolo è simbolo iniziatico dell’anima liberata.

Tra ’700 e ’800, il neo-classicismo riprenderà invece il tema della farfalla come simbolo di Psiche / Anima, direttamente connesso al mito antico: celebre a tale proposito la scultura di Canova sopra, ma anche altre opere pittoriche, come quella di Gerard mostrata sotto.

Il simbolo della farfalla viene ripreso anche col passaggio ad un’arte del ’900 che, tra le altre cose, pur mantenendo un rapporto coi classici, li cita in modo più indiretto, sullo sfondo.

Il tema della farfalla è ad esempio trattato in numerose opere di Dalì, che ne rafforza il simbolismo di “doppio mistico” dell’anima nelle rappresentazioni oniriche della pittura sur-reale, che rappresenta ciò che va “oltre” la realtà.

Un tema ripreso dal surrealista russo Vladimir Kush, nella seconda metà del Novecento, e quindi da Hirst e da Cassine, qui da noi.

In un blog “ermetico” come questo non possiamo non citare il fatto che il simbolismo della farfalla come “psiche” è citato anche nel celeberrimo Monarch Project, a quanto si dice un progetto del governo americano per il controllo mentale (da cui il simbolo assunto della farfalla Monarch, simbolo appunto della psiche). Appassionati di tale tema hanno evidenziato come nella musica pop ricorra molte volte il simbolo della farfalla (come altri simboli) quale segno, a loro avviso, del controllo mentale.

Più plausibilmente, anche i creativi che stanno dietro ai video e ai photoset delle pop star conoscono il forte valore evocativo della farfalla come simbolo dell’Anima, e come evidenziato con una diffusa presenza nella storia dell’arte.

Non mi resta quindi che concludere rinnovando l’invito a cogliere quest’occasione di apprezzamento artistico. E a perdervi dolcemente nel mare di farfalle di cui Cassine ci ha, in questo mese, inondati.

Le fotografie (autorizzate) sono opera di Margutte